Ricorsi contro il vincolo paesaggistico posto dal Mibact nell’area dell’Inviolata e delle tenute storiche. Era lo scorso 16 settembre quando il Ministero firmava il decreto che andava a tutelare duemila ettari di campagna romana all’interno del territorio del Comune di Guidonia definendolo come “paesaggio di rilevante valore”. Definizione di assoluta rilevanza, visto che sull’area insistono infrastrutture ed attività industriali, su tutti la discarica dell’Inviolata e il Tmb tuttora sotto sequestro. “Il Decreto ministeriale blocca di fatto l’ulteriore sfruttamento, a fini di profitto privato, di quelle preziose aree, al cui interno è istituito da vent’anni il Parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata – spiega il Cra in una nota – di Guidonia, recentemente strappato al Comune e passato in gestione al Parco regionale dei Monti Lucretili, un’area dove permangono interessanti aree agricole con casali storici e numerosissime preesistenze archeologiche che dovrebbero diventare patrimonio della collettività”. Scaduti i 60 giorni dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ecco due ricorsi depositati presso il Tribunale Amministrativo del Lazio: il primo proposto da Agricola Lieta spa, del Gruppo Gianni “esperta in costruzioni di edifici residenziali e proprietaria, nel caso specifico di un vasto appezzamento agricolo intorno all’area di Tor Mastorta-Via della Selciatella”, mentre il secondo è stato presentato da Ambiente Guidonia Srl, gestore per il gruppo Cerroni dell’impianto Tmb. Il primo atto ha come motivazione la mancata consultazione della ditta da parte del Mibact prima di apporre il vincolo, visto che tra i progetti del gruppo c’è quello della costruzione di un polo direzionale che aveva già avuto il via libera della giunta di Eligio Rubeis e di gran parte del consiglio comunale. “Gli avvocati di Manlio Cerroni, invece, hanno presentato un ricorso tendente a sdoganare discarica e TMB dal vincolo ministeriale, adducendo, come loro giustificazione, l’apparente contraddizione tra un vincolo paesaggistico ed un’area al cui centro sorge una collina di rifiuti, oltre alla presunta importanza – proseguono gli ambientalisti – di tali impianti in chiave di servizio alle popolazioni. Non viene citato il fatto, non irrilevante, che l’ultimo invaso di discarica e lo stesso TMB sono sotto sequestro giudiziario in quanto hanno usufruito di autorizzazioni regionali illegittime ed i loro gestori siano finiti sotto processo”. Un quadro al quale occorre aggiungere anche l’inquinamento delle falde sottostanti l’area dell’Inviolata. Il decreto ministeriale andrà dunque al vaglio del Tar nei prossimi mesi. “È vitale che i i cittadini del territorio continuino a mobilitarsi per preservare e valorizzare queste preziose aree, come affermato anche da istituzioni importanti come il Ministero dei Beni culturali che si è affiancato alla lotta portata avanti da numerosi anni da associazioni e comitati locali. I quali, va ricordato, attendono per il prossimo aprile il giudizio del TAR sul ricorso inoltrato dai cittadini contro la Regione Lazio per l’annullamento dell’autorizzazione all’attività del TMB di Cerroni, palesemente illegittima”. L’intero dossier sull’impianto è già da tempo sulla scrivania del Consiglio dei Ministri, che potrebbe anche decidere di aprire il TMB. Qualsiasi scelta verrà fatta non potrà non tener conto delle decisioni future del Tar e della giustizia penale. La partita però, evidentemente, è ancora tutta da giocare.
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