Tentato omicidio e lesioni gravissime. Sono sette le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli, eseguite dal commissariato di Polizia di Tivoli e dalla Squadra Mobile di Roma si richiesta della locale Procura della Repubblica. Destinatari sono i componenti di una banda di egiziani – cinque in carcere, due sono tuttora ricercati – con a capo il cosiddetto “Ciro”, che il 23 e il 28 agosto al Car hanno pestato la prima volta uno dei concorrenti nel settore ortofrutticolo della banda, egiziano pure lui, e due cugini la volta successiva. Obiettivo era quello di affermare e ribadire l’egemonia di “Ciro” nell’ambito di attività commerciali relative all’acquisto di prodotti ortofrutticoli all’ingrosso da destinare a frutterie di sua proprietà o a lui riconducibili. La vicenda è stata ricostruita in una apposita conferenza stampa dal procuratore della Repubblica Francesco Menditto, dal sostituto procuratore Gabriele Iuzzolino, dal dirigente della seconda sezione della Squadra Mobile di Roma Alessandro Scarpello e dal dirigente del commissariato di Tivoli Orlando Parrella.
I dettagli. «Di fatto sono state due spedizioni punitive – ha spiegato il Procuratore Menditto – che hanno evidenziato una forte escalation di azioni criminali. Un allarmante contesto di diffusa illegalità». Nell’azione del 28 agosto sono stati usati addirittura bastoni, con uno dei feriti che ha riportato gravissime ferite alla testa. «Non stiamo parlando di risse occasionali – ha specificato il dottor Iuzzolino – ma di vere e proprie azioni premeditate che rispondevano a una logica, quella di ribadire e affermare il potere economico e di intimidazione della banda». Il movente principale è stato ricondotto alla volontà di punire un concorrente che aveva messo in discussione l’autorità del gruppo. «La criminalità straniera – ha proseguito Scarpello – spesso si connota come criminalità organizzata. Abbiamo portato avanti il caso attraverso una classica attività di investigazione, composta dai servizi sul territorio e dall’incrocio dei dati man mano in nostro possesso». Menditto ha specificato il ruolo della Procura, «antenna sul territorio grazie alla presenza di qualificate forze dell’ordine», prima dell’intervento del dirigente Parrella. «L’operazione ha visto la perquisizione di 13 locali, in particolare frutterie tra Guidonia, Tivoli, Monterotondo e Roma. Abbiamo sequestrato mazze e bastoni collocati in posizioni strategiche, pronti per essere utilizzati, e ancora coltelli e documenti di identità. Dall’inizio dell’anno abbiamo svolto nella zona del Car circa 100 servizi ad alto impatto». In uno dei Tir utilizzati per la frutta sono stati rinvenuti i bastoni, mentre in una delle abitazioni perquisite è stata trovata unna fondina per una pistola. Senza arma. «Il gruppo era attrezzato per compiere azioni quasi militari», così Iuzzolino in chiusura, prima dell’intervento del Procuratore Menditto. «Metodi paramafiosi». Le indagini sono tuttora in corso.
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