“E’ stata un’ esperienza emotivamente molto forte e unica. Sono rimasto stregato dall’ospitalità e dalla tolleranza di un popolo martoriato da decenni di conflitti. La sofferenza e la speranza che ho letto negli occhi dei tanti bambini che abbiamo incontrato mi ha fatto riflettere su quanto futili siano tanti problemi che viviamo nelle nostre città. Ho vissuto dei momenti di grande solidarietà e cooperazione tra popoli ed è stato bellissimo far sentire, con poco, la vicinanza di Tivoli a queste sfortunate persone. Devo ringraziare Alessandro Battilocchio per avermi coinvolto in questa meravigliosa missione. Un grazie speciale ai nostri ragazzi militari che onorano la nostra bandiera e portano avanti un lavoro eccezionale, che cercherò di mostrare al nostro territorio. Non posso non citare il Maggiore Giuseppe Manzi del Reparto Cimic e il Capitano Giovanni Spiezia, che hanno organizzato il nostro programma seguendoci passo passo in ogni attività”. Queste le prime parole di Alessandro Petrini al rientro in Italia dopo il suo viaggio in Libano, dove si è recato per motivi diplomatici ed umanitari con una delegazione istituzionale guidata da Alessandro Battilocchio. Petrini ha consegnato – siamo nella zona di Tiro, sud del Libano – aiuti umanitari, in particolare vestiario e materiale scolastico, raccolto grazie all’aiuto dell’Associazione L’Aquila e le Torri e di diversi amministratori locali e cittadini tiburtini. Il tutto è stato reso possibile dal supporto dei Caschi Blu Onu della Missione Unifil che hanno garantito assistenza logistica ed organizzativa in tutte le fasi della permanenza e della consegna del materiale. Il gruppo è stato ricevuto dal West Sector Comandante Generale Stefano Del Col, dal Comandante Italbatt Colonnello Angelo Malizia, dall’ambasciata italiana a Beirut, da Sindaci, amministratori e direttori di scuole dell’area sud del Libano con i quali si è discusso di ulteriori possibili sinergie e collaborazioni.
Molti gli incontri significativi. “Quelli con la Croce Rossa locale, con la Caritas – racconta il consigliere – con la fondazione “Sadr” che si occupa di donne e con i bambini del centro per disabili Mosan che, tra l’altro, ci hanno accolto con uno spettacolo di canti e danze tipiche. Il materiale umanitario raccolto in Italia è stato consegnato in queste strutture con due momenti ufficiali nelle scuole di As Samayah e Batulayah, che ospitano anche molti bambini provenienti dai campi profughi della zona”.
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