Caos Volta, il consiglio comunale di Tivoli dice no alla fusione Volta – Olivieri

In Primo Piano, Scuola & Università da Yari Riccardi

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L’ITIS Volta diventa sempre più un caso politico, che entra nelle aule dei consigli comunali. Accade a Tivoli dove la maggioranza e l’opposizione, divise su praticamente tutto, hanno ritrovato l’armonia approvando all’unanimità una mozione relativa all’ipotesi di fusione dell’ITIS Volta di Tivoli con l’IPIAS Olivieri. Una presa di posizione che di fatto potrebbe anche pregiudicare l’ipotesi di dimensionamento caldeggiata dall’amministrazione comunale di Guidonia, che vorrebbe il Volta (quella che è ora la succursale, nei pressi del Bivio) insieme al Pisano e al Minniti, in un Istituto di Istruzione Superiore con indirizzo tecnico commerciale.

Tivoli chiama.Nel documento approvato l’assemblea di Palazzo San Bernardino si è dichiarata “contraria al piano di accorpamento in oggetto”, ha espresso preoccupazione e ha impegnato il sindaco “ad avviare, in tempi rapidi, tutte le possibili azioni nei confronti degli enti competenti per evitare che la città di Tivoli e gli abitanti della Valle dell’Aniene subiscano la divisione di un istituto che ha rappresentato e rappresenta le fondamenta dell’istruzione tecnica industriale del territorio”. Le ragioni del rifiuto possono leggersi nel testo della mozione: si va dal punto “per acquisire o mantenere la personalità giuridica gli istituti di istruzione devono avere, di norma, una popolazione, consolidata e prevedibilmente stabile almeno per un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni; tali indici sono assunti come termini di riferimento per assicurare l’ottimale impiego delle risorse professionali e strumentali” al punto “Considerato che l’accorpamento dell’Istituto ITCGT “L.Pisano ” di Guidonia con le succursali dell’ ITTS “A.Volta” e IPIAS “O.Olivieri” presso Guidonia e la contestuale fusione dell’ ITTS “A.Volta” con l’IPIAS “O.Olivieri” di Tivoli sarebbe espressione di un punto di vista meramente numerico”, dalla “sostanziale differenza di indirizzo formativo degli istituti in oggetto che fa ritenere l’accorpamento in discussione come una compromissione dell’attività didattica” alla previsione futura, nefasta, che ritiene che il provvedimento pregiudichi “l’identità storica dell’istituto “A.Volta” ed avrebbe ricadute negative immediate e future sugli organici e a livello occupazionale nel territorio comunale e nella Valle dell’Aniene”. Una posizione netta, che non cita la richiesta di Guidonia, ma di fatto la coinvolge direttamente.

E da Guidonia rispondono. E’ il vicesindaco e assessore alla Pubblica Istruzione Andrea Di Palma a commentare quanto accaduto nel consiglio comunale di Tivoli, di come la posizione di Tivoli sia mutata in questi mesi, visto che “fino a qualche mese fa non c’era tutto questa opposizione ai cambiamenti di cui stiamo discutendo in questi giorni. Oggi Proietti fa un discorso che è meramente campanilista e senza prospettive, perché il Volta di Tivoli di fatto è in caduta libera: per questo non capisco come possa una preside che ha 600 alunni a Guidonia e 300 a Tivoli continuare a stare nella sede tiburtina, quella centrale, che tanto centrale non può essere più, evidentemente”. Situazione spinosa e delicata, che rischia di incrinare i rapporti tra le due città. “Prendere delle decisioni – prosegue Di Palma – è sempre più difficile: l’iter non cambia e non sono previsti ulteriori tavoli di concertazione con gli enti locali d’ora in poi. Mi dispiace molto la posizione presa dal Comune di Tivoli, una posizione populista che non riesce a vedere il reale stato dei fatti, come mi rammarica sottolineare che l’organizzazione scolastica di un territorio è un qualcosa che dovrebbe andare oltre i personalismi, quelli che la preside del Volta dimostra ogni giorno”.

A margine. Se i numeri hanno un valore, i numeri parlano di un buon trend di iscritti per il Volta di Guidonia, che racchiude i due terzi degli iscritti totali: per questo si deve e si dovrà certamente discutere su una rinnovata centralità del Volta di  Tivoli, su un piano più elevato rispetto a quello puramente storico e campanilistico. Sarebbe necessaria una analisi dei dati, dei fatti e delle opinioni che andasse oltre i concetti, legittimi, ma forse superficiali, dell’identità storica di una scuola. Che sì, ha 50 anni, e certamente è fucina di talenti e scuola assolutamente formante e performante. Ma non è proprio a 50 anni che occorre rinnovarsi, per non passare gli anni seguenti pieni di acciacchi e, soprattutto, di rimpianti?

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