Morire a 20 anni. Quando ti invade un qualcosa che è più forte di te, dell’affetto della tua famiglia, dell’amore, della gioia di vivere che dovrebbe essere doverosa a 20 anni. Ogni tanto non è così. Ogni tanto prendi una corda e te la passi intorno al collo. Disperazione la tua. E disperazione, quella senza via di uscita, quella che ti accompagna per tutta la vita, è quella di chi resta, senza di te e senza una spiegazione. Tutto questo accade una soleggiata mattina di dicembre, in un garage di Lunghezza. E’ tarda mattinata, una mamma apre il garage e trova il suo ragazzoventenne morto impiccato. Nessuno può immaginare una cosa peggiore: una mamma che vede suo figlio morto. Forse non esiste una cosa peggiore. Inutili i soccorsi, inutile tutto. Restano le lacrime, e restano le domande laceranti di una morte ancora senza spiegazioni. Perchè a 20 anni non si muore. Non così, e non senza un perchè. Per quello che vale, siamo vicini alla famiglia, per un dolore che squarcia il cuore e toglie il respiro. C’è una piccola luce lassù da oggi, una luce che porta con sè un dolore grande ma che può dare la forza a chi resta di riscaldare il cuore che oggi è gelido, e senza speranza. C’è da non crederci in queste storie che vanno oltre la più crudele immaginazione. Da non accettarle, da chiudere gli occhi e sperare di svegliarti e scoprire che tutto è stato un bruttissimo sogno. Che quegli occhi che ora sono chiusi, che forse avevano paura di tutto, anche della felicità, si sveglieranno presto. Purtroppo non è un incubo, ma è la terribile realtà che viviamo tutti i giorni. Ma noi restiamo convinti, come dicono certe canzoni, che l’amore è l’unica strada possibile. E che certi amori non finiscono certo così. Un bacio al Cielo per il ragazzo. Che possa avere pace.
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