Ok dell'assemblea capitolina, questa mattina intorno alle 7.30, all'assestamento di bilancio che per legge doveva essere approvato entro il 30 dicembre. La manovra ha ricevuto 27 voti favorevoli e 12 contrari (tra cui i consiglieri del Pd e dell'Udc). Nel dettaglio, con l'assestamento di bilancio, il Campidoglio rimodula 121,3 milioni di euro complessivamente. A fronte di minori entrate (28,8 milioni), maggiori spese (66,1 milioni), maggiori spese finanziate con avanzo di amministrazione (21,1 milioni) e oneri straordinari finanziati con avanzo di amministarzione (5,2 milioni), vengono reperite maggiori entrate (38,6 milioni), maggiori entrate da contravvenzioni (14 milioni), utilizzo di avanzo di amministrazione (26 milioni circa) e minori spese (42,2 milioni). Nello specifico, inoltre, le minori entrate sono derivate, ad esempio, da un minor gettito del contributo di soggiorno (-18,8 milioni), del contributo straordinario di urbanizzazione (-10 milioni) e del condono edilizio (-16,2 milioni). Mentre, le maggiori entrate sono ricavabili dalle contravvenzioni (14 milioni circa), dai maggiori proventi della lotta all'evasione (28,6 milioni) dall'avanzo di amministrazione e dai tagli alle spese. Nella notte, è stato raggiunto un accordo con l'opposizione che ha previsto, tramite un maxi emendamento, di accogliere alcune richieste del Pd: oltre un milione di euro in più, complessivamente, per i municipi, e quasi 2 milioni per le case famiglia.
Caos in aula Giulio Cesare durante le votazioni dell'assestamento di bilancio. Dopo una maratona che si era aperta attorno alle 16, con una mole di oltre 10mila emendamenti all'ordine dei lavori, la seduta si è chiusa per una pausa intorno alle 22.30. E di fatto si è riaperta alle 2.30, quando il consigliere di maggioranza Pasquale De Luca (Pdl), dopo vari tentativi di rinconciliazione col suo gruppo alla fine naufragati, ha preso la parola per annunciare il suo abbandono della maggioranza e il suo approdo nel gruppo misto. All'origine dello strappo, l'accusa di De Luca contro la maggioranza giudata dal sindaco Gianni Alemanno che, "nell'ultimo anno, da parentopoli in poi, ha accentuato le sue criticità: manca una vera vita e un confronto politico nel partito. Nel Pdl c'è un malcontento crescente che deve preoccupare chi guida questa maggioranza". De Luca, che ha presentato oltre 4000 emendamenti all'assestamento per chiedere alcuni interventi sulle periferie e in particolare sulla riqualificazione di una caserma del Trullo, alla fine ha deciso di non partecipare al voto finale della manovra.
"Non ho voluto partecipare al mercato delle vacche che c'è stato con il maxi emendamento – ha detto – ma neanche mi sono sentito di votare contro l'assestamento, visto che sono stato eletto col Pdl e il mio problema con la maggioranza non è personale ma politico". Alla fine, l'assestamento è stato approvato anche grazie al fatto che l'Udc non ha partecipato al voto, abbassando di fatto il numero dei contrari che complessivamente restano 12 (tutto il Pd e la sinistra). Dal canto suo, la maggioranza è riuscita a raccogliere 27 voti favorevoli, anche facendo leva su una forte presenza in aula di consiglieri accorsi anche per limitare i danni della scelta di De Luca.
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