Ci sono storie che vale la pena leggere. Ascoltare. Conoscere. Affinchè, nei momenti più difficili, ognuno possa ricordare che nel pieno dell’inverno la primavera non è poi così lontana. Ingrid ha trovato la forza. E persone disposte a tendere una mano: non per soldi, ma per passione. Mestiere. Vocazione. Alla fine il lettore potrà scegliere la parola più adatta. Una storia vera, naturalmente. Una storia che accade a Guidonia.
Agosto 2010. Un matrimonio che finisce. Comportamenti preoccupanti di quell’uomo che fino a ieri era un porto sicuro dove tornare, ed ecco la scelta: Ingrid torna dai genitori, con i figli piccoli. A Guidonia. “Da quel giorno la mia vita e quella dei miei bambini è drasticamente cambiata, ma non per le tipiche conseguenze – racconta la donna – che una separazione comporta bensì per tutti gli atti persecutori e violenti posti in essere da mio marito nei nostri confronti. Ingiurie, minacce, pedinamenti, aggressioni a me ed ai bambini in tenerissima età, diffamazioni, intimidazioni, invenzioni di amanti: tutto ciò nel plateale intento coltivato da mio marito di perseguitarmi, condizionarmi l’esistenza, opprimere la mia libertà, screditarmi davanti ai miei figli e sul posto di lavoro, calunniarmi, causarmi stati di ansia ed incutermi timore per la mia incolumità e per quella dei miei bambini, costringendomi a modulare i miei impegni e le mie attività prevedendo le sue possibili iniziative”. Ingrid cambia le abitudini, nessuna occasione di svago, niente centri commerciali nei giorni di maggior afflusso. A farle compagnia la paura. “Ho avuto un amico inseparabile: un miniregistratore, con il quale documentare tutti i dialoghi e le minacce. Ho iniziato ad avere mille occhi, a guardarmi sempre le spalle, a notare persone e ad annotare targhe, a guardare sempre lo specchietto retrovisore della mia auto, finché mi è stata rubata anche quella. Avevo perso il mio sorriso e la mia serenità”.Un tunnel senza fine quello che ha vissuto la donna: istituzioni lontane e incapaci di proteggerla, nessuna possibilità di programmare la sua vita insieme ai figli a causa dei comportamenti dell’ex marito. Vivere ogni giorno come se fosse l’ultimo: spesso è un modo per assaporare la vita in ogni suo attimo. Nel caso di Ingrid una condanna ad un ergastolo che non poteva prevedere amnistia, ma solo morte. La donna percorreva ogni giorno un pezzo del suo Miglio Verde. “Pensavo ai miei bambini ed al non vederli crescere insieme a me: iniziavo a convincermi che presto anche il mio nome sarebbe stato pronunciato nei fatti di cronaca nera dei telegiornali, come una delle tante vittime dei reati di stalking. Vittime che ho sempre identificato come donne deboli, oppresse ed incapaci di reagire ai soprusi ed alle violenze. Io, che non mi riconosco in queste caratteristiche, all’improvviso, ero diventata una di loro. Ho provato ad urlare i miei diritti ma tutti sembravano sordi. Ho iniziato a scrivere, ma tutti sembravano incapaci di leggere. Ma non ho mai smesso di lottare; dovevo farlo, non per me, quanto per i miei bambini. Dovevo comunque apparire ai loro occhi serena e trasmetter loro quella sicurezza di cui hanno estremo bisogno. Loro avevano ed hanno tuttora il diritto di vivere serenamente e con spensieratezza la loro infanzia”.
Il tunnel si rischiara. Lo dicevamo prima. All’arrivo dell’Inverno, la Primavera è un po’ più vicina. Una stagione che Ingrid ha due nomi ben precisi: il Maresciallo Michele Noviello ed il Maresciallo Antonino Villari della Tenenza dei Carabinieri di Guidonia. Sono loro ad ascoltare le grida d’aiuto della donna, a percepire l’angoscia di una mamma che teme di non poter vedere diventare grandi i suoi bambini. I due ufficiali hanno dato alla donna “la forza ed il coraggio di guardare ancora avanti, di continuare a lottare e di credere nella Giustizia, perché la verità e l’onestà comunque vengono ricompensate. Insieme ai loro colleghi sono stati sempre pronti ad intervenire e ad assisterci nelle numerose situazioni di pericolo che io e la mia famiglia, nostro malgrado, abbiamo vissuto”. Crepe nel muro di scarsa fiducia nella giustizia e nelle istituzioni che più o meno legittimamente ci troviamo a costruire ogni giorno.
Dicembre 2011. Arriva la fine del brutto film che Ingrid e i suoi bambini hanno vissuto per oltre un anno. La Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale Ordinario di Tivoli – Dott. Mario Parisi – emette l’Ordinanza applicativa di misure cautelari personali a carico dell’ex marito. “Quel giorno – chiude la donna – è rinata la speranza e la convinzione di poter finalmente iniziare una nuova vita e di poter assicurare ai mei bambini la felicità e la serenità che si meritano. Niente di tutto questo sarebbe accaduto senza la vicinanza dei Carabinieri di Guidonia, in particolare di Michele Noviello e Antonino Villari. Con profonda stima e riconoscenza, a loro i miei sentiti ringraziamenti”.
Risposte. Nelle righe sopra ci chiedevamo quale fosse la parola più giusta per
racchiudere il ruolo dei Carabinieri in questa storia. Una storia come tante, con la
differenza del finale. Stavolta è felice, ricco di speranza. Quella che molte donne non
hanno, vittime delle stesse angosce di Ingrid. Dimostra che il coraggio di parlare e di
lascarsi aiutare porta a dei risultati. E’ difficile, spesso le porte sono chiuse, spesso
la paura è più forte del dolore. Spesso non sono ascoltate. Continuare a lottare porta
ad incontrare persone che possono aiutare. E non sono persone speciali, o eroi.
Sono persone comuni, che vivono il loro lavoro con passione e umiltà. Ce ne sono
tante in giro, ce lo auguriamo almeno. Siamo felici che qualcuno sia capitato anche a
Guidonia. “È come nelle grandi storie, padron Frodo. Quelle che contano davvero.
Erano piene di oscurità e pericoli, e a volte non volevi sapere il finale. Perché come
poteva esserci un finale allegro? Come poteva il mondo tornare com'era dopo che
erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera,
quest'ombra. Anche l'oscurità deve passare. Arriverà un nuovo giorno. E quando il
sole splenderà, sarà ancora più luminoso. Quelle erano le storie che ti restavano
dentro, che significavano qualcosa, anche se eri troppo piccolo per capire il perché.
Ma credo, padron Frodo, di capire, ora. Adesso so. Le persone di quelle storie
avevano molte occasioni di tornare indietro e non l'hanno fatto. Andavano avanti,
perché loro erano aggrappate a qualcosa”. Ingrid era aggrappata ai suoi figli.
All’amore. E ha avuto molte occasioni di tornare indietro, ma non l’ha fatto. Ed è per
questo che la sua storia resta nel cuore. L’oscurità passa, e il sole diventa più
luminoso. E’ un bel quadro da tenere a mente, quando le cose vanno male. Chissà
se Ingrid l’ha fatto. Non lo possiamo sapere. Ma è una visione che regaliamo – siamo
a Natale – a chi il coraggio ancora non lo trova. Basta un appiglio, e le cose
cambiano. Basta crederci, e basta continuare a cercare il Sole.
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