Tivoli, in consiglio si torna a parlare di Acque Albule. Pronta una commissione congiunta bilancio e urbanistica

In Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Consiglio comunale, quello di Tivoli, in cui si è ritornati a parlare delle Acque Albule e della relativa lottizzazione. Il “mistero”  infatti ritorna sotto forma di urbanistica: l’area – concessa dal comune nel 2006 – potrebbe essere demaniale, e per questo si è deciso di procedere con una commissione congiunta bilancio e urbanistica per approfondire la documentazione. Il tema è stato portato alla luce da Andrea Napoleoni, che si è soffermato sulla necessità di un approfondimento, chiedendo anche “un supplemento di perizie sulla pericolosità di quell’area vista la vicinanza con la zona della subsidenza. Dove stanno costruendo quelle case c’erano delle cavità nel sottosuolo, per tre giorni hanno buttato cemento con un via vai continuo di betoniere fino alle 22. Tutti chiamano quell’area “l’inghiottitoio” perché una volta finiva li dentro un canale di acqua sulfurea. Quei terreni, inoltre, sono del demanio e non sono mai stati sdemanializzati. Senza contare che nella concessione del 2006 si parlava di una destinazione turistico-ricettiva, non residenziale”.  Un caso, quello degli appartamenti che la società termale sta costruendo a Tivoli Terme, che va di pari passo, ovviamente, con la lunga telenovela delle subsidenze: sembra infatti che la zona individuata dagli esperti faccia alcune “gimcane” per tenere fuori i palazzi di Terranova dall’area a rischio. Una mera coincidenza? “Si può costruire nelle zone della subsidenza – ha commentato Davide Carrarini, di Amore per Tivoli – seguendo però i criteri forniti dal genio civile. Il comune ha voluto valorizzare la società dandogli i terreni, ed ha fatto bene, ma ha fatto male quando è dato seguito al cambio di destinazione d’uso ed ha intrapreso la costruzione degli edifici. L’amministrazione comunale  non può fare impresa con iniziative di carattere speculativo. Se avesse venduto i terreni per prenderne i fondi sarebbe stato diverso, ma intraprendere un’attività edilizia porta dei rischi”. Nel dibattito è intervenuto anche Carlo Centani – lista Amore per Tivoli – affermando che l’area in questione è demaniale, e, concedendo i permessi, i tecnici si sono presi una enorme responsabilità, senza dimenticare che “la società termale, per statuto, non può svolgere attività residenziale. Anche il suo collegio sindacale lo scorso hanno ha evidenziato la necessità di aggiornare lo statuto”. Ha tentato di mettere un punto – impresa disperata a prescindere quando si parla di subsidenze e concessioni edilizie – il sindaco di Tivoli Sandro Gallotti, assicurando che “prima di rilasciare il nulla osta per costruire, dei tecnici avranno dato il loro ok. se i permessi c’erano tutti noi non potevamo fermare i lavori”. Chissà se i vari permessi e concessioni sarebbero stati concessi ad altri imprenditori. Due notizie in chiusura: i lavori del cantiere vanno avanti, alcuni appartamenti sono già in vendita in alcune agenzie immobiliari. E l’altra, certamente nota, ma sempre gustosa: le Acque Albule, sono per il 60 % delle azioni di proprietà del comune di Tivoli, ma la scelta, all’epoca della privatizzazione, fu quella di non vere la maggioranza nel CdA. In poche parole, guida privata e buona parte dei fondi pubblici. A nostro parere, tutto questo la dice molto lunga sullo strapotere che hanno taluni imprenditori nelle scelte politiche, amministrative e urbanistiche tra Guidonia e Tivoli. Che siano loro gli effettivi padroni delle città?

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