Roma, 08 dic – Indagini dei militari della Guardia di finanza di Roma hanno accertato che circa 900 persone decedute da anni risultavano ancora in carico al servizio sanitario nazionale. Gli accertamenti, avviati su direttiva del comando provinciale della Capitale, hanno preso avvio dall'esame dei dati acquisiti dall'anagrafe della popolazione dei comuni dell'intera provincia, le cui risultanze sono state poi incrociate con gli elenchi degli assistiti dalle aziende sanitarie locali. In particolare, l'attenzione si e' concentrata sulle liste della popolazione a partire dall'anno 2006. I nominativi degli assistiti deceduti avrebbero dovuto essere cancellati con tempestività, al fine di evitare indebite percezioni a favore dei medici di base degli emolumenti relativi all'assistenza. Dalle investigazioni e' emerso che circa novecento persone decedute non erano state cancellate dalle liste di alcune aziende sanitarie locali della provincia, con un indebito esborso per l'erario di oltre duecentomila euro. Quasi 3.500, invece, sono gli assistiti cancellati con ritardo. in questo modo, anche i defunti hanno continuato a concorrere alla quantificazione delle retribuzioni dei medici e dei pediatri di base. Inoltre, in diversi casi, taluni medici risultano anche avere prescritto farmaci a pazienti non più in vita titolari di esenzione. tali farmaci erano destinati, di fatto, a terze persone non esenti che potevano beneficiarne a totale carico del servizio sanitario nazionale. Sono, infatti, 9 i medici denunciati all'autorità giudiziaria ed alla procura regionale per il Lazio della Corte dei conti per truffa ai danni del servizio sanitario nazionale, oltre ad alcuni funzionari pubblici. Dal 2009 ad oggi, sono 314 le persone denunciate dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Roma per frodi al servizio sanitario nazionale.
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