E’ convocata dall’USB Pubblico Impiego Inps l’assemblea cittadina in programma giovedì 8 novembre al Teatrino del Comune, a Tivoli in Via del Collegio.
Oggetto è quella che il sindacato definisce “la storia emblematica dell’agenzia di Tivoli, che evidenzia tutto quel che è successo, certo non per caso, tra una sperimentazione e l’altra, compresi gli aggiustamenti in corso d’opera. La sua storia è paragonabile a quella di cento altre sull’intero territorio nazionale e nelle “colonie” dell’ex impero INPS”.
Al centro dell’iniziativa del sindacato non c’è soltanto la rilevazione del caos provocato nelle sedi “da una presunta riorganizzazione tuttora in una fase sperimentale ma anche le scelte sempre tese ad ulteriori aumenti della produttività e purtroppo incuranti di tutto il resto, la cecità assoluta nel privilegiare una fasulla quantità a scapito della qualità del lavoro, con numeri e statistiche sempre anteposti alle persone, e rilevanti danni per i cittadini utenti”.
La contestazione è tutta contro le direttive “dell’amministrazione centrale che stanno portando l’Istituto al collasso, con i collegamenti informatici che funzionano a singhiozzo, l’aumento spropositato dei carichi di lavoro nelle Sedi del territorio, la mancanza di una formazione adeguata, la drastica riduzione di stampanti e toner, le assunzioni col contagocce e lo stress da lavoro correlato con rilevanti conseguenze sul servizio pubblico all’utenza”.
E’ un dossier, quello predisposto dal sindacato, che si dipana tra utenti e dipendenti, forse per la prima volta uniti. L’obiettivo è quello di “comprendere insieme dove i poteri forti hanno deciso che si vada a parare e cosa ne sarà domani del sistema previdenziale pubblico in questo Paese e cosa oggi è possibile insieme mettere in campo per contrastare questo scellerato disegno”.
Tivoli dunque caso emblematico di “una serie di realtà sempre più abbandonate sul territorio dal quale l’INPS si è già allontanato, peraltro con la beffa di voler andare fittiziamente incontro all’utenza: di fatto, questa è soltanto la punta di un iceberg”.
L’ultimo pensiero è per i lavoratori dell’agenzia INPS, “per averla dignitosamente tenuta in vita, difendendo sempre con i denti ciò che resta del nostro Istituto, nel marasma generale, da soli e senza alcuna logica direttiva”.
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