Decine di famiglie. La loro colpa? Essere figli di nessuno, abitare all’interno del Comune di Guidonia ma in un palazzo del Comune di Roma. “Siamo abbandonati da anni, questa è la sola verità”. E’ la voce di Armanda a raccontare la vita degli inquilini di Via Marco Simone 6, Setteville, palazzoni simbolo di una periferia che troppo spesso è dimenticata da chi dovrebbe tutelarla e rendere dignitosa l’esistenza di chi ci vive.
Una esistenza da giorni totalmente al freddo. “Tutto è cominciato a ottobre, quando sono arrivati i tecnici della ditta incaricata dal Campidoglio per il controllo delle caldaie. Un controllo che di fatto non è stato effettuato. Ci hanno detto che c’era un corto circuito a causa di un filo staccato: avremmo dovuto chiamare l’Enel”.
Ed è cominciato così il classico ping pong della burocrazia tra ditte, Campidoglio e IV Municipio. Nessuno c’entra, nessuno sa. Nessuno che si prende la responsabilità di quelle famiglie. “Noi abbiamo chiamato tutti. I tecnici, il dipartimento del Comune incaricato, la ditta, l’Enel. Io ho chiamato chiunque, li ho supplicati di farci sapere. Non ci ha contattato nessuno”.
Una questione che va avanti da almeno 3 anni. “Lo scorso anno, nei giorni di freddo intenso, stavamo in casa con i cappelli di lana e con il forno acceso per scaldarci”. Le stesse scene sono già incominciate in questo primo accenno di inverno.
“Il nostro è un appello, a Roma, a Guidonia e ai rispettivi Comuni: chiediamo di mettervi una mano sulla coscienza, noi vogliamo solo sapere perché i nostri riscaldamenti ancora non sono attivi. Siamo pronti ad accogliere qualunque rappresentante delle istituzioni che voglia venire qui e darci delle spiegazioni”.
Una questione che è a un passo dal divenire emergenza. Nei palazzi infatti abitano anziani, disabili, bambini, neonati. La situazione peggiore la vivono le famiglie con le case negli ultimi piani. “Io vado a letto con il cappello di lana, non posso fare altro. E molti hanno già la bronchite con questi primi freddi”.
La caldaia è soltanto la cima di un iceberg che racconta di società di manutenzioni cambiate da Roma con grande frequenza, di bollettini per gli affitti che non arrivano e che costringono le persone ad andare direttamente in Via Scorticabove. “Io abito qui dal 1976 e fino a 10 mesi fa arrivano regolarmente. E la maggior parte di noi ha sempre pagato tutti, e continua a farlo nonostante tutto”. Uno sguardo intorno, e un ulteriore problema. Balconi che cadono a pezzi, simbolo di una incuria e di un abbandono che sembra inarrestabile. Cittadini – e votanti – a Guidonia, legati per la vita al Comune di Roma. Soli in un pezzo di territorio che non è Roma e purtroppo, evidentemente, neanche Guidonia. Un buco nero che diventa sempre più scuro. E più freddo.
Condividi