Faceva la badante, ma in realtà il suo vero “lavoro” era quello della basista di una banda criminale composta da cittadini est-europei, resasi responsabile di alcune violente rapine in abitazione avvenute nel 2014 in provincia di Frosinone, in danno di persone anziane che in alcuni casi erano state anche brutalmente picchiate.
Il compito della donna era quello di individuare le vittime “giuste” ed acquisire ogni utile informazione affinché l’azione dei complici fosse più redditizia e sicura possibile: a distanza di quattro anni, la Corte di Cassazione ha riconosciuto in via definitiva la sua colpevolezza, confermando la sentenza con cui la Corte d’Appello di Roma l’aveva condannata a sette anni ed otto mesi di reclusione.
Arrestata dai Carabinieri della Stazione di Ciciliano, la donna è stata tradotta presso la casa di reclusione di Rebibbia in Roma per l’espiazione della pena.
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