“The former Italian U21 Internationalist was born at Guidonia, which is part of the Metropolitan City of Rome, on 29 December 1967”. Gli Hearts of Midlothian sono stati tra i primi a ricordarlo, uomo chiave di una delle loro storiche vittorie. “A great character in the Hearts team of the late 1990s, Stefano will always be remembered as a key-man in that great side that brought the Scottish Cup back to Tynecastle Park after a period of forty-two years. On that day, he stood tall during Rangers’ late onslaught in the Final and this will never be forgotten by the Hearts supporters in attendance, and those watching on television throughout the world”. E’ stato unanime il cordoglio del mondo del calcio per la scomparsa di Stefano Salvatori, campione d’Europa nel Milan di Arrigo Sacchi nel 1990. Nella sua carriera anche la Fiorentina, il Parma, la Lodigiani e l’Atalanta, prima dell’indimenticabile esperienza scozzese (dove vinse appunto una Coppa Nazionale nel 1997/98) e della carriera da allenatore. Ci sono immagini, storie e ricordi. Foto che non invecchiano mai: Stefano seduto vicino a Borgonovo, sorridenti e con la Coppa dei Campioni tra le braccia. La notizia della scomparsa di Salvatori, morto a soli 49 anni a causa di una lunga malattia, ha raggiunto Albuccione nella mattina del 1 novembre. Albuccione, il quartiere dove Stefano è nato e dove vive ancora la sua famiglia. I funerali si celebreranno in Australia, dove Stefano da tempo viveva e lavorava.
I ricordi. “Non te lo portà più Stefano, che l’ha preso il Milan”. A raccontare un pezzo della storia di Stefano ad Albuccione è Gaetano Calì, all’epoca organizzatore di tante iniziative e tornei di calcio, quelli in cui Stefano faceva puntualmente la differenza. Racconti di tanti anni fa ritornati oggi nelle parole e nei cuori di tutti ad Albuccione. Nel quartiere è vivo il ricordo di Salvatori, ricordi che dipingono campi polverosi e una vita tutta dedicata al calcio. “Ha sempre mantenuto il legame con il quartiere: lo abbiamo visto qui fino a due anni fa, la sua famiglia abita in Largo Bachelet”.
“Per noi è stato un simbolo: dal nostro quartiere alla Serie A. Insieme a lui tanti altrettanto bravi hanno calcato i nostri campi, ma Stefano è stato quello che ce l’ha fatta”. E’ un ricordo dolce e emozionante quello di Alessandro Mastropietro. “Stefano era un ragazzo serio, il simbolo della parte sana di un’intera generazione: non lo vedevi in giro la sera se il giorno dopo doveva giocare, era un professionista già da ragazzo”.
Un quartiere fucina di talenti, anche prima di Salvatori. Orlando Nannuzzi era uno dei simboli del calcio ad Albuccione. “Per me Stefano è stato come un figlio: è sempre stato un ragazzo d’oro”. Sull’importanza che Salvatori ha simboleggiato per il quartiere l’uomo non ha dubbi. “Stefano rappresentava per tutti la speranza, era un simbolo per i ragazzi, era lo stimolo reale per migliorare”. Gli occhi si fanno lucidi. A poca distanza si vede il parco di Albuccione e il campo di calcetto. Un campo ancora senza un nome. Sarebbe bello vederci il nome di Stefano Salvatori e raccontare tra qualche tempo storie di altri ragazzi di Albuccione in serie A seguendo l’esempio di un centrocampista che ragazzo lo resterà per sempre.
(foto dal sito http://stefanosalvatorifootball.com.au./)
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