Tutti fermi, braccia incrociate e volantinaggio per spiegare i motivi dell’iniziativa e coinvolgere la cittadinanza: sono a rischio 500 posti di lavoro. Hanno scioperato nella mattina del 12 novembre i lavoratori del distretto industriale del travertino della zona di Tivoli e Guidonia. Al loro fianco i sindacati di categoria Feneal Uil Roma, Filca Cisl Roma, Fillea Cgil Roma e Lazio, per una protesta che prende ogni giorno maggiore peso, e che va contro le scelte imprenditoriali – definite “scellerate” dai sindacati – e la latitanza delle istituzioni locali. Scelte che rischiano “di smantellare l’intero prezioso distretto, con drammatiche conseguenze – evidenziano i sindacati – sul piano occupazionale ed ambientale. Già avviate le prime procedure di licenziamento collettivo: sono 500 circa, complessivamente, i posti di lavoro a rischio, tra lavorazioni dirette e indotto, per un distretto che impiega soprattutto maestranze locali. Le conseguenze economico-occupazionali per il bacino territoriale potrebbero pertanto rivelarsi disastrose”. Le ragioni della crisi sembrano risiedere in un orientamento imprenditoriale che va verso l’industrializzazione dei blocchi, fattore dettato dalla necessità di abbattere i costi in un settore che resta dagli elevati profitti: il rischio, secondo i sindacati, è la dismissione dei laboratori di lavorazione del travertino, con conseguente smantellamento dell’intera filiera, per limitare le attività alla mera estrazione. Uno scenario che non lascia per nulla tranquilli i lavoratori, che hanno incrociato le braccia, chiedendo il sostegno della cittadinanza, per fermare l’estrazione selvaggia, “dalle disastrose conseguenze ambientali, e lo smantellamento della filiera, dalle disastrose conseguenze sociali”. Obiettivo è arrivare alla valorizzazione del travertino e alla sua lavorazione nel territorio. “Chiediamo un intervento immediato delle istituzioni locali di Tivoli e Guidonia perché il rilascio delle concessioni sulle cave agli imprenditori – dichiarano Remo Vernile della Feneal Uil Roma, Daniele Mancini della Filca Cisl Roma, Claudio Coltella della Fillea Cgil Roma e Lazio – sia vincolato alla presentazione di un piano industriale. Serve una cabina di regia sullo sfruttamento di questo bene comune. Gli interessi economici di pochi non possono penalizzare lavoratori, ambiente, territorio e cittadinanza”. Una protesta che non sembra volersi fermare a una sola mattina. I lavoratori e i sindacati intendono andare avanti fino a che le loro richieste e istanze non saranno accolte.
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