Ponte di Nona, niente acqua per 60 famiglie

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano da Yari Riccardi

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Case popolari senza acqua in via Raoul Follereau, nel quartiere di Ponte di Nona. Niente siccità, né guasti, né dolo alla base del problema, nulla di tutto questo. Il problema è semplicemente – si fa per dire – burocratico, ed è uno di quei pasticci ingarbugliati tipicamente italiani. Sono sessanta le famiglie senza acqua dall’10 novembre, e due scale risultano anche prive di luce. Il problema allora dove sta? Pare che il comune di Roma ancora non spedisca il bonifico all’amministratore condominiale, che ancora non paga l’Acea, che ha già staccato l’acqua. La notizia arriva dal sindacato Asia/Usb, che attacca duramente l’azienda, definendo il metodo “subdolo. Come ormai d’abitudine, le squadre private di distacco dell’Acea agiscono senza preavviso e tolgono il liquido vitale a 60 famiglie. Al danno si aggiunge la beffa, visto che il moroso è il comune di Roma, maggiore azionista dell’Acea, che non paga la fornitura idrica dei suoi appartamenti di edilizia popolare e ne fa ricadere la rappresaglia sugli inquilini, che ricordiamo a tutti, pagano la fornitura idrica con il bollettino mensile riservato agli oneri accessori, acqua compresa”. La denuncia che arriva dal sindacato è forte – “le società addette ai distacchi, di letteralmente di nascosto e senza preavviso arrivano e staccano l’acqua ad interi fabbricati, con veri e propri blitz che durano pochissimi minuti” – e annuncia, oltretutto, una nuova ondata di distacchi su tutta Roma. Rispetto alla situazione di Ponte di Nona, pare che la determina per il bonifico sia stata prodotta dal Comune di Roma, ma secondo il sindacato ci deve essere stato un qualche intoppo nell’iter amministrativo. Forse la mancanza di una firma. “L’unico dato certo – racconta Pasquale Nappo, di Asia/Usb – è che non sappiamo ancora quando l’acqua ritornerà, tempi non ce ne sono stati dati. Ho chiesto di accelerare la procedura, le persone non possono rimanere in queste condizioni”. Sessanta famiglie, senza acqua, non per loro colpa. E basterebbe poco, pochissimo, per risolvere tutto e subito.

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