Il Piano Regionale Rifiuti, che prevede un ricorso ampio a discariche ed inceneritori , senza recepire le indicazioni dell’UE in merito alla gestione dei rifiuti, deve essere contrastato. Per questo chiediamo un Piano che, invece, preveda :
· Riduzione: prevenzione della produzione dei rifiuti (almeno -100Kg anno procapite)
· Riuso: supporto al riuso dei beni e loro avvio al mercato dell’usato (almeno il 15% di quanto arriva nelle isole ecologiche)
· Raccolta Differenziata: diffusione della raccolta differenziata spinta “porta a porta” con il rapido raggiungimento di quota 65% previsto dall’UE entro il 2012, senza deroghe.
· Trattamento a freddo della frazione residua (sul modello dell’impianto in uso a Vedelago)
· Realizzazione di impianti di supporto: piccoli impianti di compostaggio, centri di riciclo, ecc ben distribuiti sul territorio regionale
· La chiusura di Malagrotta non può determinare il trasferimento dei rifiuti in altri siti
· Per uscire dall’emergenza che la chiusura di Malagrotta potrebbe determinare un modello tipo “Napoli”: partenza della differenziata “spinta” e temporaneo trasferimento all’estero dei rifiuti, in attesa che il sistema vada a completo regime
In particolare, diciamo NO:
· Alla costruzione di nuovi inceneritori (Pizzo del Prete, Albano): siamo contrari ad un trattamento “a caldo” dei rifiuti”
· Alla costruzione di nuove discariche (come quelle “temporanee” previste a Riano-Quadro Alto e S.Vittorino-Corcolle), incluso l’ampliamento di Testa di Cane
· Alla strumentalizzazione dell’emergenza rifiuti: la nomina di un Commissario di fatto crea un vuoto legislativo e esonera la politica da pianificazioni e decisioni che, invece, le competono
· No a lobbies di potere (AMA-Cerroni) che hanno ingessato, per gli interessi di pochi, il sistema rifiuti nel comune di Roma. Senza un piano dei rifiuti di Roma si rischia di continuare ad inquinare la provincia, a distruggere il territorio, a minacciare la nostra salute, a sperare il nostro denaro: il sistema discarica-inceneritore continua a foraggiare il comitato d’affari che c’è dietro.
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