Legalità, lavoro e cultura: il 24 novembre se ne parla al Silosò

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Primo Piano, Spazio al Sociale da Yari Riccardi Commenti

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Evento organizzato dall’associazione Ombra del Vento. Presenti Libera e Cinemovel Foundation

Contesti non trasparenti. Definizione che calza perfettamente su certi scenari dell’Italia di oggi. Con la legalità messa a dura prova da indifferenza e sete di potere. Se ne parla il 24 novembre al Silosò – Guidonia, viale Montecelio 9B – nell’incontro organizzato dall’associazione Ombra Del Vento: una serata resa ancora più interessante dalla presenza dell’associazione Libera e di Cinemovel Foundation, enti che fanno della lotta all’illegalità e all’indifferenza il loro credo. Sarà ospite anche l’associazione Alcyone. “Contesti non Trasparenti”, questo il nome dell’evento, vuole raccontare, spiegano i membri di Ombra del Vento, “percorsi itineranti di cultura e lavoro tra Legalità e Illegalità”. Il programma è un mix di riflessione e ascolto, di cultura e divertimento: si partirà con un dibattito sul mondo del lavoro e sulla legalità – intervallato dal documentario "Libero Cinema in Libera Terra / Appunti per un film" di E. Antognoni, N. Ferrieri e W. Romeo introdotto dalla Referente Progettazione internazionale per Cinemovel Foundation Anna Lodeserto – e poi si andrà avanti con un testo sulle morti bianche e l'illegalità diffusa del lavoro squilibrato nel mezzogiorno d'Italia, portato in scena dall’attrice Emanuela Luongo, per chiudere poi con il concerto di Emilio Stella. Saranno ben accetti contributi e domande, per rendere l’intero dibattito più fruttuoso. E, naturalmente, sarà ben accetta la partecipazione di chi crede che la cittadinanza attiva possa sconfiggere la cultura dilagante dell’illegalità. All’interno della serata troverà anche spazio la proiezione del video del viaggio di Ombra Del Vento a Torino e a Bruxelles nel dicembre 2010, e una mostra fotografica dell’artista Maria Antonietta Cardea. Momenti che non sono soliti accadere a Guidonia. Vale la pena esserci. Perché è comodo lamentarsi davanti a un pc. Sporcarsi le mani, ascoltare, confrontarsi è più faticoso. Ma è senz’altro più utile. E più bello.

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