Accorpamenti, proteste, variazioni di bilancio e senso unico che resta dov’è: racconto di un consiglio comunale da tutto esaurito

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica da Yari Riccardi Commenti

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Solo posti in piedi. Nella cronaca di quanto è successo all’ultimo consiglio comunale non possiamo non cominciare da un dato: la gente partecipa se c’è qualcosa che gli interessa. E nell’ultima seduta di consiglio a Guidonia c’era molta carne al fuoco: senso unico, Befana e gli ormai famigerati 40 mila euro, scuola. Tutti e tre casi di elevato impatto mediatico. Alla gente interessa solo che le cose vengano risolte, naturalmente. Da quello che si è visto, al politico – parliamo nel particolare, ma crediamo valga per tutti – piace molto di più fare sfoggio della sua dialettica davanti al pubblico, come per dire “voi siete qui, e vi faccio vedere che sono uomo forte, così poi ve ne ricordate e mi votate”. Ci sta, è la politica, e qualche ammiccamento tra opposizione e pubblico conferma soltanto quanto scritto. Un sacco di gente dicevamo, che ha reso la seduta un po’ confusa, ma decisamente interessante.

Messa dice stop. Voce che era in giro da tempo, confermata dalle numerose e frequenti assenze. Vittorio Messa dice basta, almeno al consiglio comunale. Il consigliere si dimette dopo anni in cui è sempre stato tra i protagonisti della vita politica locale e non solo, arrivando anche al Parlamento. Emozionato come non si era mai visto, Messa ha sottolineato l’importanza di altri impegni, in primis quello in Provincia, evidenziando tuttavia “il privilegio di poter essere stato consigliere comunale a Guidonia. Sono felice di aver chiuso dopo l’inaugurazione di quel casello che tanto abbiamo voluto”. Ovviamente Messa è stato poi salutato dagli interventi di molti consiglieri. Al suo posto, con ogni probabilità, arriverà il figlio Alessandro.

I preliminari. Brevi e indolori. Definizione che – finalmente – è adatta alla pratica dei preliminari, spesso parte predominante di passati consigli comunali. Ma stavolta c’erano i cittadini, brutte figure non si potevano fare. Quindi sono arrivati gli interventi di Simone Guglielmo, che fa notare al sindaco che “durante l’inaugurazione del casello è stato detto l’esatto contrario di quanto sta facendo l’amministrazione. Il casello funziona, ma non si vedono politiche strutturali, infrastrutturali, viarie. Non diventi porta per la discarica. Cosa fa il sindaco per le falde dell’Inviolata?  Tra l’altro, la differenziata è lontana dai livelli di cui parla Rubeis”. Sulla discarica, il sindaco ha detto di aver convocato la conferenza dei servizi per il 1 dicembre, e che l’ultima ordinanza fatta “è proprio per far fare alla Provincia il suo dovere”.Di Silvio ha riproposto la mozione per la ripresa audio video dei consigli, e poi si è proceduto allo spostamento dei punti all’ordine del giorno. La prima discussione è sulla scuola, e sul “caso” Montecelio – Colleverde.

“Così espropriate la nostra identità storica”. Il primo passo è stata la manifestazione del 17 novembre a Guidonia. Il secondo la discussione in consiglio comunale. In questo modo il consiglio d’istituto dell’IC Montecelio sta tentando di scongiurare l’accorpamento con la scuola di Colleverde. Occorre sottolineare che la preclusione non è all’accorpamento in sé, ma a un accorpamento che risulterebbe difficoltoso per docenti e soprattutto famiglie. La prima ipotesi prevedevo due opzioni: Montecelio – segreteria e presidenza – si sposterebbero a Colleverde se a Fontenuova nasce l’istituto onnicomprensivo. Se questo non accade, Montecelio resterebbe così com’è. “Chiediamo al sindaco – afferma Angelo Ciccotti – di impegnarsi a rivedere la prima opzione. Siamo stufi di vederci espropriati di tutto: chiediamo rispetto”. Di Silvio afferma la necessità di trovare una soluzione comune, “visto che anche l’amministrazione può sbagliare”. Ha parlato Eligio Rubeis, dopo tutti questi interventi, affermando che  “la proposta degli accorpamenti sotto i mille alunni è regionale – ha spiegato il sindaco – ma vogliamo risolvere il problema visto che si è creato”. Sul tema è intervenuto anche Lippiello, chiedendo all’amministrazione di ritirare la delibera inerente all’accorpamento, e di farne “una nuova, con una sola soluzione. Scegliamo lo status quo”. Ha chiuso De Vincenzi. “Imparate ad ascoltare quello che dice la gente: sarebbe stato molto più facile venire qui oggi e trovare il sindaco con un atto pronto”. Il punto finale: se proprio deve esserci accorpamento, solo con le scuole di Guidonia centro. La pausa ha portato una nuova proposta di delibera, che vede 3 alternative: il mantenimento dell’autonomia dell’I.C. Montecelio, la reggenza, o ancora situazioni più agevoli per personale, docenti e alunni. Venticinque voti a favore, e due astenuti. Sarà interessante vedere come finirà questa storia. Montecelio e Colleverde sono realtà talmente lontane che sembra strano anche pensarle di una stessa città.

I 40 mila euro della discordia. Forse il punto più caldo dell’intera serata. La ratifica della variazione di bilancio che fa confluire 40 mila euro al budget della Festa della Befana, forse l’unico grande evento che resta a Guidonia, dal settore Servizi Sociali/Sport: un punto che già nella scorsa seduta aveva fatto molto discutere. Il fatto nuovo è che questi soldi non saranno tolti dal budget dei servizi sociali, ma dal capitolo di spesa dello sport, nello specifico una manifestazione sportiva depennata dai programmi. Il dibattito si apre con una proposta di Maurizio Massini, che ha sottolineato di non vedere strumentalità nella parole di Rita Salomone – parliamo sempre del penultimo consiglio – e che queste parole hanno provocato nella maggioranza un forte dibattito, arrivando a dire che “la Festa della Befana è ormai tradizione, e ha una certa importanza. Quindi la nostra proposta è di votare la ratifica, e di implementare i fondi per i servizi sociali nel bilancio di previsione 2012”. La Salomone, chiamata in causa, ha detto di condividere in toto la premessa di Massini, ma che “in questo momento non si può finanziare ulteriormente la Befana, visto che già numerosi bambini con problemi di handicap stanno avendo riduzioni delle ore di assistenza nelle scuole. Votiamo no alla ratifica, io ritiro il mio odg e votiamo il tuo”. Lippiello definisce generico l’impegno esposto da Massini, e chiede “di prendere i soldi altrove: si sta scegliendo di fare una Befana ricca contro l’assistenza scolastica ai disabili nelle scuole”. Fa chiarezza il consigliere Marini. “Non è strumentalizzazione, l’opposizione è semplicemente disinformata: questi soldi non verranno tolti dai servizi sociali, ma da una manifestazione sportiva già abortita. Fermo restando il costo forse eccessivo”. Prosegue Venturiello, sottolineando che “i Servizi sociali sono la parte del bilancio con i fondi maggiori, ad oggi non c’è un servizio ai disabili senza fondi e l’AEC nel programma triennale è interamente finanziato. Tra l’altro in fase di bilancio, sono API e UDC presentarono emendamenti”, Per l’opposizione ha parlato ancora Ciccotti, – “in questa fase non si possono spendere 70 mila euro per una festa, il punto è questo: spendiamo meglio questi soldi” – e ha risposto Bertucci, per il quale “ci sono state le sessioni di bilancio dove poter intervenire: in due anni e mezzo sono stati tagliati tutti i settori, non i Servizi sociali”. Ancora Lippiello ha chiesto la votazione per chiamata nominale, e “se il bilancio si approva entro il 31 dicembre, la Befana è finanziata. Il capitolo di bilancio Sport finanzia anche il Sociale: è una eventualità che non possiamo permetterci. Ha chiuso De Vincenzi, “il problema vero è non buttare i soldi. La maggioranza non ha i numeri, ritirate questa delibera stasera, parliamo di un vero problema, quello di via Roma, e troviamo una soluzione evitando la contrapposizione”. Si passa al voto. Morelli e Valeri fanno sapere di garantire il numero legale alla maggioranza ma di scegliere l’astensione. Si chiude con 13 voti favorevoli, 11 contrari e 2 astenuti. Lapidario De Vincenzi: “Questa ce la leghiamo al dito”. Resta il fatto che l'opposizione resta in aula e tiene in piedi il consiglio. Per arrivare alla discussione sul senso unico che si rivelerà, come ampiamente prevedibile, un buco nell'acqua.

Il senso unico e la delusione dei commercianti. Hanno passato in consiglio un intero pomeriggio. Speravano di tornare con un risultato a casa, e invece per i commercianti di via Roma che non hanno digerito il senso unico c’è ancora da aspettare. Il punto è stato aperto dopo la riunione delle tre mozioni simili in una soltanto: si chiede al sindaco di revocare l’ordinanza sulla viabilità, e di riqualificare via Roma. Si è parlato dell’aumento degli incidenti, e di una bilancio del primo periodo senza dubbio non soddisfacente. Si vota, e la maggioranza dice no alla revoca, salvo aprire uno spiraglio dopo la fine dei lavori su via della Pietrara. Si parla addirittura di ritornare ad un senso di marcia, più logico, che farebbe di via Bordin l’accesso a Roma, e via Roma come porta d’entrata a Guidonia. Ma per ora tutto resta così. Mozione dell'opposizione respinta e relativi consiglieri fuori dall'aula, con la maggioranza che continua la seduta.

Dopo alcuni giorni, ecco le prime dichiarazioni post consiglio. "Questo senso unico su via Roma rimane una scelta sbagliata e frutto di decisioni affrettate. La viabilità del centro cittadino dovrà essere per forza di cose rivista non appena sarà ultimata la sistemazione di via della Pietrara. Questo è l'indirizzo su cui si muove tutta la maggioranza, tanto che è stata approvata una mozione che impegna sindaco e giunta a rivedere l'istituzione del senso unico. Via Roma a senso unico allo stato attuale non funziona una conferma provocherebbe soltanto il prolungamento dei disagi”. A una prima veloce lettura, sembrerebbe la dichiarazione di un consigliere dell’opposizione. Invece a parlare è Marco Bertucci, capogruppo del PDL in consiglio comunale e su certi temi vero antagonista del sindaco Rubeis e delle sue scelte. Senso unico e ambiente su tutte. Sarebbe interessante vedere quello che accade nelle riunioni di maggioranza, vista anche la scelta di Morelli e Valeri di astenersi sulla variazione di bilancio.  “E' giusto quindi pretendere degli accorgimenti – ha chiuso Bertucci – ma senza cedere alle solite strumentalizzazioni di parte come fanno giovani consiglieri che durante l'ultima seduta di Consiglio hanno passato più tempo a prendere indicazioni dal pubblico che in Aula a svolgere il proprio compito". A Bertucci risponde Emanuele Di Silvio, che lo accusa di essere incoerente, visto che  “dai banchi della maggioranza vota contro la proposta anche il Capogruppo del PDL che, fino a qualche giorno prima, tra i comunicati divulgati affermava che  <<il senso unico fa male a commercio, occupazione e sicurezza>>,  dichiarazioni che stonano con il voto dato”. Un voto favorevole alla proposta dell’opposizione che, secondo Di Silvio, il voto favorevole alla proposta dell’opposizione per ripristinare il doppio senso, avrebbe significato restituire sicurezza ai cittadini che percorrono viale Roma, ridurre il traffico urbano, nonché dare una risposta concreta ai commercianti locali che si aspettano atti concreti e non tappeti rossi da 15.000 euro.Il Sindaco e la sua maggioranza saranno costretti a rivedere una scelta non condivisa né dai cittadini, né dalle forze economiche locali e né tantomeno dalle forze politiche diverse da quelle del PDL al fine di rispondere positivamente alle esigenze della città”. Esigenze che spesso non sono state ascoltate per dare la priorità ad altro. Eppure basterebbe poco per dare segnali concreti di lavorare per il "bene della città". Un espressione usata e abusata, che resta per lo più dichiarazione di intenti. Vale per tutti: basta vedere il consiglio con la gente ad assistere e lo stesso consiglio senza spettatori.La differenza c'è.

 

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