Tenta di incendiare le case di chi lo ha denunciato per usura e poi si getta in un pozzo Il corpo di Antonio Masci, 74 anni di Monte San Giovanni Campano, è stato rinvenuto esanime, oggi pomeriggio in un pozzo profondo circa 18 metri nella sua proprietà nella frazione di Colli. I carabinieri lo cercavano dalla notte precedente quando aveva tentato di incendiare le case i cui proprietari erano parte civile in un processo per usura che lo vedeva imputato. Il suo raid è iniziato alle 4 del mattino quando in via Santa Filomena ha posizionato le taniche di benzina vicino l'abitazione esplodendo alcuni colpi di fucile per innescare l'incendio. Le detonazioni hanno svegliato i proprietari che hanno domato il principio di rogo e messo in fuga il pensionato. Alcuni minuti dopo, la stessa dinamica, si è ripetuto in via Selva Piano ottenendo però, lo tesso risultato. Al terzo tentativo, però, i suoi propositi si sono concretizzati. A casa della nipote, le fiamme hanno avvolto tutto il primo piano dell'abitazione e la donna, madre di un bambino, è riuscita ad uscire grazie all'intervento dei vigili del fuoco, riportando un principio di intossicazione. A quel punto il 74nne ha abbandonato l'auto e il fucile facendo perdere le sue tracce in una boscaglia. I carabinieri al comando del capitano Luca Cesaro della compagnia di Sora, lo hanno ritrovato morto nel pozzo della sua abitazione. A casa i militari hanno trovato due buste, una conteneva una lettera in cui spiegava il suo folle gesto, nell'altra, c'erano i soldi che sarebbero serviti per comprare un regalo alla nipotina in occasione del suo prossimo compleanno. A scatenare la folle rabbia nell'uomo, un interminabile processo per usura che si protraeva da 15 anni che, in primo grado, lo aveva condannato a pagare un risarcimento alle parti civili a causa del quale gli era stata pignorata la casa.
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