Roma, 30 nov – "La Casa di Alberto regala una doppia emozione, quella di poter conoscere come viveva uno scrittore cosi vicino a Roma, ma anche quella di scoprire dove tante illustri personalita' della cultura si davano appuntamento per discutere dei grandi temi della realta'. Ecco, con questa apertura al pubblico noi vorremmo continuare a stimolare l'occasione per guardare Roma con occhi attenti, critici e amororosi, che erano gli occhi di Alberto che tanto amava questa citta'". Cosi' Dacia Maraini, in veste di presidente dell'Associazione Fondo Alberto Moravia, saluta la "grande festa" di apertura della Casa Museo Alberto Moravia, dopo vent'anni di lungaggini burocratiche, oggi alla conferenza stampa presso i Musei Capitolini, al fianco dell'assessore capitolino alla Cultura Umberto Croppi e all'ex assessore che ha passato il testimone per l'operazione Gianni Borgna. A moderare l'incontro il sovraintendente comunale Umberto Broccoli. Dopo la festa inaugurale prevista stasera, la casa del grande scrittore al numero 1 del lungotevere della Vittorio, in quell'ultimo piano di circa duecento metriquadrati con terrazza panoramica sulla citta' di Alberto Moravia, la casa aprira' dal 1 dicembre, nel ventennale della morte. Una casa dove sara' possibile scoprire i luoghi della sua vita e del suo lavoro, con lo studio dove riposa ancora intatta la sua Olivetti 82, i suoi 52 quadri da Renato Guttuso a MArio Schifano a Toti Scialoja, che sono stati tutti restaurati per l'occasione, le maschere africane, sudamericane e balinesi, le fotografie dei viaggi e i suoi libri. Insieme alla Casa infatti aprira' anche l'archivio che conta oggi 15 mila documenti. "E' un giorno di grande festa – dice Croppi – Moravia e' uno di quegli scrittori che ha aiutato ad indagare una societa' in costruzione nel dopoguerra". E aggiunge l'assessore: "C'era tutto, per la Casa Moravia, la decisione politica e il finanziamento, ma le carte prendevano sempre il sopravvento – racconta Croppi – Poi l'entusiasmo e' riuscito a fare breccia. E' una novita' per il comune di Roma, aprire come museo un luogo impregnato della vita dello scrittore. La casa di uno scrittore ha caratteristiche diverse, ci sono suggestioni tutto intime, dove sono rimasti intatti i posti dove ha lavorato, le foto dei viaggi, i quadri degli amici, la disposizione dei mobili e dei libri". Nel dettaglio dell'accordo modale, dice Croppi, il Comune da' un finanziamento annuale di circa 90mila euro all'associazione Fondo Moravia che potra' continuare a gestire il bene. L'apertura sara' effettuata da Zetema. "Ora in forma contenuta – dice Croppi – ma che spero di estenderla. Il primo periodo servira' per mettere in moto il flusso del pubblico". Le visite su prenotazione obbligatoria con guida sono per gruppi di massimo 15 persone, per le scuole due giorni a settimana di mattina, per gli adulti, il primo sabato del mese sempre di mattina. Per l'apertura, il fondo creera' un volume guida. L'atto di donazione al Comune di Roma e' stato da parte di Dacia Maraini, come dice Borgna: "segno di generosita' e lungimiranza, perche' in questo modo ne lasceranno un ricordo vivo dello scrittore. Il ricordo della persona Moravia e' diverso. Era romano,e questo e' ancora più significativo". "Moravia e' stato uno scrittore che ha interpretato a fondo l'animo e lo spirito romano", conclude Maraini, che oltre a portare i saluti di Carmen Llera "la padrona di casa degli ultimi anni" lamenta che non ci siano ancora la casa di Pasolini o Elsa Morante.
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