Risveglio con ricorso al Tar sulla scrivania per la Regione Lazio e il CoLaRi dell’imperatore dell’immondizia Cerroni. Il mittente è il comune di Guidonia Montecelio, e il tema è quello caldo di questi mesi, l’impianto di preselezione che dovrebbe – condizionale è più augurio che non accada che effettiva speranza – essere costruito nei terreni dell’Inviolata. L’obiettivo del ricorso contro la determinazione regionale del 2 agosto scorso che dà via libera al trattamento di 190mila tonnellate di rifiuti l’anno nell’impianto in via di realizzazione è quello di provare a dimostrare come il parere positivo dato dal sindaco sull’impianto in sede di conferenza dei servizi fosse subordinato all’accoglimento delle prescrizioni comunali. Le leggi vigenti, fanno sapere da Palazzo Matteotti, “dicono che il mancato recepimento di tali prescrizioni nell’Aia determina l’inefficacia dello stesso parere favorevole espresso in sede di conferenza”. Cosa accadrà se il Tar dovesse dare ragione al Comune? Potrebbe – stesso discorso sul verbo che il lettore trova scritto poco più su – tornare in discussione tutto l’iter di autorizzazioni concesse al CoLaRi.
Davanti al Tar, sarà Giuseppe Nerio Carugno a patrocinare il Comune. Docente universitario, massimo esperto di leggi di tutela ambientale, il professore è stato consulente giuridico del ministro Verde Alfonso Pecoraro Scanio nel secondo governo Prodi.
Due i punti sui quali verte il ricorso. Il primo riguarda la “dimenticanza” da parte della Regione – nella formulazione dell’Aia – della prescrizione dettata dal sindaco in sede di conferenza dei servizi: vincolare il dimensionamento dell’impianto all’Ato di riferimento, a quell’Ato 2 che porta in discarica 140mila tonnellate di rifiuti indifferenziati all’anno. L’altro punto riguarda una nuova distrazione della Regione, che non tiene conto del decreto commissariale 24 del 24 giugno del 2008 che blinda la portata dell’impianto guidoniano a 140mila tonnellate. “Credo si sia trattato di un errore materiale commesso da quegli uffici – ha già avuto modo di dire Rubeis – per questa ragione ho ritenuto di dover tutelare l’Ente nelle sedi opportune”. Più che giusto tutelare l’ente, la città e i suoi abitanti. Meno giuste – eufemismo – le eventuali distrazioni della Regione su documenti così importanti, che si possono anche giustificare, in quanto forse l’ente regionale è troppo impegnato a smembrare la sanità del territorio, e non può fare attenzione a tutto, diamine. Certo è che la vittoria in un ricorso così complesso avrebbe del clamoroso. Non tanto per il merito della questione – l’impianto si farà, non crediamo, ahinoi, che possano esserci dubbi su questo, anche se pochi in città sembrano essere d’accordo – quanto sul fatto di poter vincere, ogni tanto, sui poteri forti. Gli stessi che tengono in scacco la città da 30 anni e più. E ogni riferimento all’immondizia è voluto.
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