Carabinieri scovano in una banca bosniaca “tesoro” banda slava operativa a Roma

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Roma, 29 nov – Seicentocinquantatremila euro, 24.000 dollari americani e 8.000 yen giapponesi, tutti in contanti e suddivisi in banconote e monete di vario taglio; centinaia di monete e molteplici preziosi in oro per un peso complessivo di 3 kg circa costituiscono il tesoro, custodito in tre cassette di sicurezza presso la Banca Nlb sita nella città di Tuzla in Bosnia Erzegovina, scoperto dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur, tramite l'Interpool, appartenente ad uno dei due clan di slavi sgominato lo scorso 22 luglio 2010, a seguito di un'operazione, coordinata dalla Dda di Roma che portò all'arresto di 26 persone per traffico internazionale di stupefacenti, falso, riciclaggio di auto di lusso, truffa ai danni dello Stato. Nei mesi successivi alla cattura degli appartenenti alle organizzazioni di slavi, i carabinieri del Nucleo Operativo della compagnia Roma Eur hanno provveduto ulteriormente ad analizzare alcune risultanze investigative ottenute, al fine di localizzare anche l'ultimo degli indagati che mancava all'appello e individuare le illecite disponibilità economiche occultate dall'associazione. In particolare dalla documentazione acquisita e dalle dichiarazione di due collaboratori di giustizia ascoltati in seno all'indagine, i carabinieri dell'Eur sono riusciti, per il tramite dell' Interpool, a localizzare le 3 cassette di sicurezza, intestate ad un clan. Pertanto, la magistratura italiana ha emesso un decreto di sequestro preventivo dell'intero contenuto delle cassette di sicurezza, richiedendo per l'esecuzione di tale atto una rogatoria internazionale nei confronti dello Stato balcanico. Il provvedimento è stato recepito dalle autorità bosniache che ne hanno dato esecuzione. Tutti i beni sequestrati, attualmente custoditi presso le autorità bosniache, saranno oggetto di capo d'imputazione nell'ambito del processo in corso e sicuramente rappresentano un elemento probatorio a carico degli imputati, tale da rappresentare e dimostrare l'ingente profitto della loro attività illecita. L'ultimo degli indagati, latitante, è stato invece arrestato, ieri, dai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Roma Eur presso il suo nascondiglio nel complesso "Le Salzare" ad Ardea. I due clan di slavi che furono scoperti dai carabinieri, nel luglio scorso, oltre a dedicarsi al traffico internazionale di stupefacenti e al riciclaggio di auto di lusso, dagli anni settanta a oggi procuravano, mediante documenti e attestazioni falsi, la cittadinanza italiana a cittadini della ex Jugoslavia. Una volta ottenuta, i componenti della banda, potevano così circolare liberamente in campo internazionale per i loro loschi traffici. Ai fini sempre dell'ottenimento della cittadinanza, obbligavano cittadini italiani (che denunciavano il falso innanzi all'Ufficiale di Stato Civile), a riconoscere la paternità dei figli slavi di componenti della banda e persone a loro vicine in modo da far così risultare il bambino cittadino italiano e permettere alla madre di richiedere il permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare. Allo stesso scopo costituivano imprese e società fittizie per dimostrare un'attività lavorativa e un reddito in Italia; alcuni di loro risultavano, falsamente, lavoratori per conto di italiani compiacenti e a loro soggiogati; attraverso la produzione di false attestazioni, falsi documenti d'identità e certificati, riuscivano a indurre in errore gli uffici pubblici di vari comuni italiani ottenendo l'attestazione di essere nati in Italia e quindi il rilascio di carte d'identità valide per l'espatrio, patenti di guida e codici fiscali. A tal proposito, tutti i comuni d'Italia ingannati sono stati interessati per avviare la cancellazione della residenza e della cittadinanza italiana ottenute illegalmente dai cittadini slavi.

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