Ormai è guerra. A colpi di carte bollate. E’ ormai scontro aperto tra l’amministrazione comunale di Guidonia e la Tekneko, ente capofila della RTI che gestisce raccolta e trasporto dei rifiuti. L’ulteriore fronte si è aperto nella giornata del 24 ottobre, giorno del blocco del servizio da parte dell’azienda, in attesa di più di 4 milioni e mezzo di euro dal Comune per le prestazioni svolte.
La diffida del Comune. “Natura essenziale del servizio e possibili ripercussioni igienico sanitarie conseguenti alla mancata raccolta dei rifiuti”. Questa è la motivazione della diffida inviata dall’amministrazione comunale alla Tekneko: il documento chiedeva l’immediata revoca della sospensione, con l’avvertimento “che la scrivente stazione appaltante adotterà tutti i provvedimenti consentiti dalla legge, con conseguenti sanzioni di natura penale, civile e amministrativa”. La diffida è partita dal settore Ambiente ed è stata inviata per conoscenza alla Prefettura, al sindaco Barbet, all’assessore all’Ambiente Tiziana Guida e alla dirigente dell’Area II.
La risposta della Tekneko. In serata è arrivata la risposta dell’azienda, una nuova lettera dopo quella di due giorni fa in cui si annunciava la sospensione del servizio e le motivazioni.
“Ad oggi il credito nei nostri confronti ammonta ad euro 4.734.832,36 oltre Iva: più volte abbiamo richiesto incontri per la risoluzione delle problematiche ma il sindaco ha sempre rifiutato di incontrarci e di concederci un tavolo di concertazione”. Viene rimarcata la motivazione dell’interruzione del servizio, “più volte paventata e derivante esclusivamente dall’assoluta asfissia finanziaria: non abbiamo più le risorse economiche per mettere gasolio, sostenere i costi relativi ai pedaggi per il trasporto dei rifiuti e quelli dei fornitori indispensabili per consentire lo svolgimento del servizio”.
La diffida del Comune è stata sì accolta dalla Tekneko, ma con più di qualche dubbio, per usare un eufemismo. “La vostra odierna diffida è in contrato con la previsione dell’art. 1460 CC che stabilisce: nei contratti con prestazioni corrispettive ciascuno dei contraenti può rifiutarsi di adempiere la sua obbligazione se l’altro non adempie o non offre di adempiere contemporaneamente la propria. La diffida scaturisce da un patto Leonino iniquo e ricattatorio”, così si legge nella comunicazione firmata dal presidente Tekneko Umberto Di Carlo.
Il servizio viene così ripreso dall’azienda, “nostro malgrado siamo costretti alla prosecuzione, senza le necessarie risorse finanziarie”. L’attività dunque riprende come da appalto fino a quando “le oramai esigue risorse aziendali ne consentiranno lo svolgimento”.
Riprende dunque la raccolta ma con un importante distinguo. Il servizio di recupero/smaltimento dell’umido (codice CER 20.01.08) resta interrotto, in quanto non compreso nei servizi previsti dall’appalto tra Comune e Tekneko e svolto nell’attesa di apposita gara per l’assegnazione del servizio. “La raccolta dell’organico resterà sospesa sino a quando non sarà indicato il nuovo impianto di destinazione”.
Questa la chiusura della comunicazione dell’azienda. La guerra a colpi di lettere continua, nell’attesa di un incontro che porti “la pace” tra le due parti. O perlomeno chiarezza sul futuro. Per la città e per i “fronti” oggi coinvolti.
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