Usura aggravata ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria. Con queste accuse i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Castel Gandolfo hanno arrestato un 62enne di Marino. E’ stato il GIP del Tribunale di Velletri – su richiesta della Procura – ad emettere il provvedimento restrittivo, scaturito dalle indagini partite nel mese di settembre 2014. Tutto è iniziato da alcuni fatti di corruzione che portarono, circa 6 mesi fa, all’arresto dell’allora sindaco Fabio Silvagni assieme ad altre quattro persone. Proprio durante quell’indagine si captò la richiesta di un prestito fatta dall’allora presidente del consiglio comunale a Silvagni, il quale si rivolgeva al 62enne, gestore di un bar a Marino. Le indagini sono andate avanti, rivelando addirittura un incontro all’interno del comune tra l’ex sindaco e l’usuraio, il quale consegnava la somma di 2000 euro richiesta dall’allora presidente del consiglio comunale. Qui ha preso il via una indagine parallela, che ha portato a fare luce sulla pluralità di circostanze in cui l’arrestato aveva erogato prestiti a terzi, applicando su di essi tassi usurari esorbitanti e, talvolta, anche costringendo qualcuno di essi a svolgere lavori edili, a titolo del tutto gratuito, anche presso l’abitazione della figlia. In tutto questo, un dato che non va dimenticato: il 62enne ha commesso i fatti agendo nei confronti di persone che svolgevano, e svolgono, attività imprenditoriali, artigianali e che per varie ragioni si trovavano in uno stato di bisogno. Una ragnatela di contatti, prestiti e modalità di restituzione, tutti gestiti con assoluta disinvoltura dal barista, che portava avanti il tutto tra il bar e la piazza principale del comune: questo è quanto hanno man mano ricostruito le indagini, che hanno portato anche al sequesto di una ingente documentazione provante una vera e propria “tenuta della contabilità” ed accertati, a fronte di un prevedibile timore nutrito dalle vittime, numerosissimi inviti a non riferire nulla in ordine ai prestiti erogati edagli interessi corrisposti. Non solo usura: all’uomo viene anche contestato il reato di abusivo esercizio dell’attività finanziaria previsto dal Testo Unico delle Leggi in materia bancaria e creditizia, oltre ad una sequela di aggravanti scaturite dalla pluralità dei reati contestati, dalle modalità della condotta e dall’accertata spregiudicatezza e disinvoltura nel commettere i suoi misfatti. Il 62enne rischia più di 10 anni di reclusione: è stato immediatamente tradotto nel carcere di Velletri, dove resterà in attesa del processo.
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