Era il 17 luglio. E’ stato quello il giorno nel quale la Regione Lazio ha regolarizzato l’impianto per il trattamento meccanico biologico dei rifiuti, sito all’Inviolata e di proprietà della ditta Ambiente Guidonia srl, appartenente al gruppo di Manlio Cerroni, nonostante il parere contrario del MIBAC e la sentenza del Tribunale del Riesame di Roma che hanno definito come illegittimo il percorso autorizzativo regionale intrapreso, a causa della mancanza del parere paesaggistico. Arrivano, come annunciato già da tempo, le prime risposte alle scelte regionali, e arrivano dal CRA, che ha reso noto di aver depositato al Tar del Lazio il ricorso contro l’autorizzazione regionale e contro tutti gli atti conseguenti. “Un atto – spiega il Comitato – che fa leva essenzialmente sulla carenza dell’atto presupposto nell’AIA regionale del 2010 che vanifica ogni altro atto, come quello del luglio 2015, della Regione Lazio riguardante la variante “non sostanziale” dell’impianto TMB all’Inviolata, fatto ormai costruire nonostante le numerose lettere contrarie da parte del MIBAC e nonostante la forte opposizione di cittadini ed associazioni. Solo l’amministrazione comunale di Guidonia Montecelio, con tutta evidenza disinteressata alla tutela territoriale, continua a sponsorizzare l’impianto”. Motivi ‘legislativi’, ma anche e forse soprattutto motivi ambientali alla base del provvedimento depositato al Tribunale. In primis “la forte contaminazione della falda sottostante la discarica ed anche dell’area del TMB all’Inviolata, cosa che dovrebbe quantomeno sconsigliare dall’edificare sul sito inquinato”. Un iter che il comitato e le associazioni che lo compongono hanno portato avanti con un importante sforzo organizzativo ed economico, assistiti a livello giuridico dall’avvocato Valentina Stefutti, già al fianco del Cra in precedenti ricorsi amministrativi contro la stessa Regione Lazio.
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