Era il primo appuntamento, ma un tavolo che col passare del tempo si è riempito di generi alimentari di vario genere lascia ben sperare per gli appuntamenti futuri. Arriva a Guidonia la campagna nazionale “Povera Patria”, organizzata da Fratelli d’Italia e rivolta alle famiglie italiane che vivono in condizioni di indigenza: il primo appuntamento si è tenuto all’interno del circolo del partito, sito a Villalba in via Sicilia 62, sia sabato 24 ottobre che domenica 25. “Vogliamo denunciare la crescente povertà – spiega Alessandro Messa, consigliere comunale capogruppo di FDI – del popolo italiano e l’utilizzo distorto da parte del Governo italiano delle risorse disponibili. Denunciamo la solidarietà a senso unico a favore degli immigrati che impoverisce ulteriormente gli italiani bisognosi, i quali vorrebbero, quantomeno, lo stesso trattamento riservato agli immigrati”. La campagna andrà avanti fino a dicembre, attraverso le postazioni non solo di Villalba (tutte le domeniche dalle ore 10), ma anche di Villanova (in via Bovio, presso la sede del Caf Ugl, dal lunedì al venerdì dalle ore 15) e di Guidonia, nella sede dell’associazione culturale Trevvvù in via Motta. La campagna è anche occasione per proporre nuovi spunti per le politiche sociali. “Proponiamo la preferenza nazionale nell’accesso ai servizi sociale di tutti i comuni italiani, compreso Guidonia, per tutelare il nostro popolo che, con il lavoro di intere generazioni, ha contribuito a creare la ricchezza nazionale. Sono più di quattro milioni le famiglie italiane povere, altrettante – prosegue il consigliere – si trovano sulla soglia della povertà, e non è più tollerabile la cecità con la quale il Governo e le varie associazioni di pseudo volontariato trattano questa drammatica realtà”. Su queste basi poggia l’idea di Povera Patria, una raccolta di fondi, generi alimenti e vestiario per gli italiani in difficoltà, attraverso la quale il partito intende farsi promotore di una concreta solidarietà nazionale, “perchè la retorica buonista della tolleranza e dell’accoglienza senza regole si traduce, in pratica, in un razzismo nei confronti del nostro popolo”. A giudicare dal riscontro avuto nel primo appuntamento, la solidarietà esiste ancora.
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