Due manifestazioni nello stesso momento. Un presidio che da oggi sarà fisso in attesa di buone nuove. Che con tutta probabilità non arriveranno mai: ma nulla si può certo imputare al Comitato per la Salvaguardia dell’ospedale di Palombara. Gente che non hai mai fatto mancare l’impegno verso una causa probabilmente persa in partenza. Persa non per le decisioni della Regione sulla sanità. Davanti a quelle, perlomeno, qualcosa si può fare. Persa perché la città di Palombara dorme davanti a tutto questo, perché alle manifestazioni sono sempre pochi i partecipanti, persa perché certe forze politiche bisticciano invece di far valere il loro peso politico sul territorio, persa perché l’amministrazione comunale della città si è ricordata che l’ospedale era anche il suo solo un paio di mesi fa. Ma se ne è ricordata, e questo è un gran bel passo in avanti. Comunque sia, non avendo noi la sfera di cristallo per sapere cosa accadrà, possiamo solo fare il punto da osservatori esterni. Augurarci che finisca bene- E raccontare quanto è accaduto nella giornata di venerdì tra Palombara e Tivoli, davanti la sede della direzione generale della Asl RMG.
In catene davanti all’ospedale. Partiamo da un dato. L’ospedale di Palombara, o quello che ne resta, è una struttura ancora viva: persone entrano ed escono, c’è un po’ di fila. Sembra, dall’esterno, davvero tutto ok. Dentro, a parte un paio di piani su sette, è spettrale. Corridoi vuoti, poca gente, un’impressione di decadenza. Al di fuori, parte del comitato decide di incatenarsi per dare un ulteriore segnale dell’importanza della struttura per la città. Poca gente, lo ripetiamo: i bar erano però pieni. C’è qualcosa di sbagliato che non riusciamo a cogliere. Catene dicevamo: in catene le donne del comitato – il resto era a Tivoli – e parte dell’amministrazione. Presenti – ben poco incatenati – addirittura il sindaco Paolo Della Rocca, insieme al vicesindaco Quaglini (con delega alla Sanità), all’assessore Cipolla e al presidente del consiglio comunale di Palombara. L’intenzione è quella di istituire un presidio fisso che dovrebbe cominciare nei prossimi giorni. Altro fatto da evidenziare: poca gente sa della chiusura – o declassamento, per essere meno crudi – di quello che era l’ospedale di Palombara. E quindi, oltre a protestare, la mattina è stata anche occasione per sensibilizzare ulteriormente i cittadini e i “passanti”. Parlando con il sindaco, ci ha messo al corrente della proposta fatta dall’amministrazione alla Asl, “trasferire alcuni servizi al San Salvatore: le poltrone oncologiche, la radioterapia, le post acuzie. Un progetto che non impatta sul piano sanitario della Regione, e che migliora il funzionamento della Asl. Dobbiamo finirla di fare scelte secondo la volontà del personale sanitario, che per non spostarsi fa spostare i pazienti”. Due parole le abbiamo scambiate anche il dottor Teodori, per anni simbolo della sanità locale, e, ancora oggi, di una medicina alla portata di tutti. Ne sono prova i tanti attestati di stima che riceve davanti all’ospedale. “E’ assurdo vedere qui una struttura vuota, mentre da altre parti affogano”. Frase che non ha bisogno di spiegazioni: ancora più chiara se pensiamo che i lavori nelle sale operatorie – lo abbiamo scritto circa 2 anni fa – sono ancora da terminare, che il primo soccorso resta H24, ma risulta limitato se l’anestesista è presente due volte a settimana. Ci sarebbe bisogno, continua Teodori, “di una struttura forte: ma su 7 piani, praticamente uno soltanto è operativo, e qualche attività in chirurgia. Di fatto, è già smobilitazione: una chiusura messa già in essere dalla giunta Marrazzo. Pensiamo all’oncologia: qui c’era una valida attività, i malati erano seguiti per bene. Sono molti i soldi che si spendono per i malati oncologici: se non si spendono qui, si spendono comunque da altre parti. Certe scelte allontanano le persone, abbandonandole a loro stesse proprio nel momento di maggior bisogno”. Di fatto, della possente struttura, resterà ben poco: un laboratorio analisi che diventerà punto prelievi, una radiologia che sarà “dependance” di quella di Tivoli. E poco altro. Con buona pace dei malati, e dei soldi spesi dalla Asl RmG per l’affitto del Gualandi. Chissà se qualcuno lo ha fatto presente mentre veniva stilato il piano di riordino.
La protesta davanti alla Asl. Una lunga processione, questa è l'immagine della manifestazione del 30 settembre, a Tivoli presso la ASL. Circa 100 manifestanti si sono riuniti per lottare, ancora una volta, contro i provvedimenti presi riguardo le sorti dell'ospedale di Palombara Sabina. Una storia questa che va avanti da troppo tempo e purtroppo non sembra ancora risolta. I cittadini sono arrabbiati ma soprattutto delusi. Uno scherzo durato tanto che ormai non fa più ridere. I canti o coretti, quasi da stadio, gridano parole forti: <<mafia, mafia>> questo echeggia nell'aria. Il presidente del Comitato, Adriano Curci, ci spiega che loro non sono dei violenti, stanno combattendo una battaglia giusta dalla quale è impossibile tirarsi indietro. Privatizzazione o non privatizzazione, chiusura o non chiusura? Un mare torbido di domande alle quali nessuno pare riesca a rispondere. Anche perché, a quanto pare, ieri Villa Olivia, guarda un po’, era vuota. Nessuno dei “potenti” era in sede.
<<La Polverini ci ha ulteriormente umiliati e declassati, la struttura e soprattutto i suoi pazienti ne risentono>> questa la dichiarazione indignata di Adriano Curci.
Molte le proposte fatte e nessuna fino ad oggi messa davvero in pratica, solo tanta polvere sotto il tappeto. I manifestanti annunciano un prossimo presidio muniti di tende. La speranza è l'ultima a morire ma pensieri poco ottimisti iniziano a prendere forma: <<a cosa servirà, cosa siamo venuti a fare?>> Ancora interrogativi e punti di domanda, un grande quiz dove nessuno arriva all'ultimo quesito. La minoranza, nelle figura degli consiglieri PD Bevilacqua e Ruggero, si proclama vicina al comitato nella difesa della salute che è un diritto di tutti. <<All'inizio la causa non è stata ben recepita, abbiamo dovuto combattere, un eterno braccio di ferro sia con la maggioranza che con alcuni membri del nostro partito>> queste le parole dei due consiglieri e continuano: <<andremo fino in fondo>>. Armando Egidi ci parla con forza delle potenzialità dell'ospedale di Palombara, un ospedale ben strutturato ed efficiente che viene ormai abbandonato a se stesso. <<La proposta della casa della salute metterebbe tutti d'accordo, stiamo solo aspettando>>. Una proposta questa che davvero potrebbe risolvere la situazione ma le indecisioni sembrano ancora molte. La non chiarezza è il vero ostacolo, frasi dette e smentite, progetti campati in aria e mezze verità. <<Che almeno ci facciano capire che intenzioni hanno>>. Almeno questo. Come andrà a finire proprio non si sa, ma queste persone ci credono, sperano ancora nel meglio e soprattutto non si arrendono. Magari la tenacia sarà alla fine premiata.
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