Roma, 26 ott – Uccise a martellate il fratello nel maggio del 2008 che si era recato nel ufficio dove lei lavorava, ferendo anche il figlio del proprietario dell'azienda. Per questa vicenda, per le accuse di omicidio volontario aggravato dall'aver agito su un familiare e lesioni gravissime (in origine era contestato il tentato omicidio) Desirè Skinder, 29 anni, è condannata a 19 anni e mezzo di reclusione dalla I Corte d'Assise, presieduta da Anna Argento. Il pm Pietro Pollidori aveva sollecitato una condanna a 24 anni di carcere. I fatti risalgono all'11 maggio del 2008 e svolsero negli uffici della Mavian Labs&Pc, in via Fonte Meravigliosa, al Laurentino, dove l'imputata era addetta all'amministrazione. Qui il fratello Max, 36enne informatico di origine croata, si recò per riparare un guasto ad un server e fu colpito al termine di una violenta lite dalla sorella con un martello. La donna poi ferì anche gravemente un altro ragazzo, Stefano G., figlio del proprietario dell'azienda che, non avendo più notizie del tecnico, raggiunse anche lui l'ufficio: fece appena in tempo a scorgere Max che rantolava a terra, in un lago di sangue, che fu aggredito a colpi di martello da Desirè. I motivi del contrasto tra i fratelli, sfociato nel delitto, non sono mai stati chiariti. Quando fu fermata dagli investigatori la Skinder disse soltanto, in stato confusionale, di aver avuto una lite con il fratello: "Credo di avergli fatto male…". Inizialmente si pensò a divergenze di natura economica, forse una storia di debiti contratti dalla società. Sembra, invece, che a scatenare la lite sia stato uno sfogo di Max contro la madre, per la quale Desirè stravedeva. Nel corso del processo fu anche svolta una perizia per far luce sulle capacità di intendere e di volere della donna.
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