Roma, 4 ott – Per 40 euro aveva acquistato nel campo nomadi di via Severini la ''baracca'' da un connazionale che era tornato in patria. Non sapeva, pero', che per avere diritto a vivere in quel campo, avrebbe dovuto anche pagare il diritto al domicilio al ''capo'' del campo. Quando questi si e' presentato da lui, pretendendo 300 euro, la vittima, un 21enne romeno, ha opposto un secco rifiuto. E' stato percio' picchiato brutalmente dal ''capo'', che lo ha addirittura preso a morsi al torace, mentre continuava a minacciarlo. Nel frattempo, T.N., 32enne romena, d'accordo col il ''capo'', ha rapito il figlio della vittima, nascondendolo all'interno della sua baracca. L'uomo ha provato a riprendersi il bambino, ma i sequestratori gli hanno intimato di consegnarli quanto da loro richiesto, altrimenti avrebbero venduto il figlio ad un'altra coppia di un altro campo. Il 21enne ha cosi' deciso di chiamare il 113 e di chiedere aiuto alla Polizia di Stato. All'arrivo degli agenti del Commissariato Prenestino, diretto dal dott. Fabrizio Calzoni, T.N. ha lasciato cadere il piccolo di appena 18 mesi a terra. In lacrime, sporco ed impaurito, ma fortunatamente illeso, il bimbo e' stato subito preso e confortato dagli agenti e quindi dal padre. Nell'immediatezza gli agenti sono riusciti quindi a bloccare la donna responsabile del sequestro del bambino, che, una volta accompagnata in ufficio, e' stata poi arrestata. Il ''capo'', invece, inizialmente aveva fatto perdere le proprie tracce, ma dopo alcune ore di ricerche nelle aree limitrofe, gli uomini del Commissariato sono riusciti a rintracciarlo. Accompagnato in ufficio, per lui e' scattata la denuncia in stato di liberta' per concorso nel reato.(asca)
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