Riceviamo e Pubblichiamo: A Guidonia il megaimpianto, altro che chiacchiere.

In Roma Est da Riceviamo e Pubblichiamo Commenti

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Il Faro prende spunto dal comunicato stampa che il sindaco Rubeis ha indirizzato a Legambiente, per ritornare su alcuni punti fondamentali riguardanti la realizzazione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti nel sito dell’Inviolata e per chiedere al sindaco chiarimenti in merito all’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata dalla regione Lazio il 2 agosto scorso.


Ricordiamo infatti che il Faro insieme a Lorenzo Parlati (Presidente Legambiente Lazio) e altri cittadini, aveva illustrato a questa amministrazione durante l’incontro avvenuto il 7 gennaio 2010,  la necessità di negare il proprio assenso alla costruzione dell’impianto da parte di Co.La.Ri. , per ragioni di illegittimità, di tutela dell’ambiente e della salute pubblica; ragioni, peraltro, poste a fondamento del ricorso al TAR Lazio, tutt’ora pendente.

In tale circostanza Il Faro aveva evidenziato che tale Impianto “si pone in evidente contrasto con la realizzazione del parco archeologico (istituito con legge regionale del 20 giugno 1996 n.22),”  in contrasto con il piano dei rifiuti regionale, in contrasto con il Testo Unico sull’ambiente e in contrasto con l’art. 32 della Costituzione, che tutela la salute come diritto fondamentale dell’individuo ed interesse della collettività, in un territorio già martoriato da diverse fonti di emissioni inquinanti, per arrivare infine agli aspetti “economici”, che un impianto di tali dimensioni avrebbe sulle “nostre tasche”:  37milioni di euro per la realizzazione  e circa 2milioni l’anno per la gestione.

Nonostante ciò, il Sindaco ed i consiglieri di maggioranza, nel corso del consiglio comunale del 20 gennaio 2010, hanno inopinatamente deliberato il proprio consenso alla realizzazione dell’impianto, ma A CONDIZIONE CHE LO STESSO VENISSE RIDIMENSIONATO, passando dalle previste 190.000tn  ad un massimo di 90/100mila tn.
Leggendo invece il testo dell’autorizzazione regionale, apprendiamo che le dimensioni dell’impianto hanno addirittura superato le 190mila tonnellate.

A fronte di ciò il sindaco ha candidamente dichiarato nel comunicato stampa del suo gabinetto comparso in questi giorni: “Non so se si sia trattato di errore materiale commesso da quegli uffici, posso però affermare che la capacità di smaltimento da noi espressa, e recepita dalle parti in quella sede, rappresenta un punto vincolante  rispetto anche alla concessione edilizia che il municipio andrà a rilasciare a Colari; essa sarà per un impianto con una capacità di trattamento di 90/100mila tonnellate, fino a 140mila se si include la produzione di umido che avverrà in una struttura adiacente”.

Un saggio insegnamento ereditato dai nostri avi ammoniva dicendo: “Ad ogni errore occorre dar seguito ad una tempestiva riparazione, ciò al fine di evitare le conseguenze negative che potrebbero discendere dall’errore compiuto”.
Ad avviso politico del Faro, di errori questa Amministrazione Rubeis ne ha già compiuti molti e troppi.

Primo tra tutti, quel 'SI' di Rubeis e dei componenti della maggioranza per l’Impianto all’inviolata nella deliberazione del 20 gennaio 2010; quel loro SI che – di fatto – ha disarmato i cittadini del comune di Guidonia Montecelio, depotenziando ogni possibile azione ostativa nei confronti di un futuro di immondizia che tale scellerata scelta ci ha riservato: per altri 30 anni e con 47 comuni che continueranno a riversare rifiuti nel nostro territorio.

L’Amministrazione avrebbe dovuto, interpretando il comune sentire, schierarsi con i cittadini per dire NO a quell’Impianto, in favore della gente, NO per il bene della collettività.

Ma questa è altra politica, questa è la vera politica, la politica del Faro non di Rubeis.

Cosa resta da dire a questo Sindaco: “Se davvero si tratta di errore materiale, come Lei ha affermato nel Suo comunicato stampa, almeno su questo e per un’immediata, quanto necessaria ed opportuna correzione,  si dia da fare!".

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