Legambiente vs Rubeis, secondo round. Domani a Guidonia il consiglio comunale sull’impianto

In Ambiente & Territorio, Cronaca & Attualità, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi Commenti

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Come previsto, Legambiente risponde a Rubeis, e lo fa a poche ore dal consiglio comunale che tratterà dell’impianto. Un consiglio che già risulta decisivo per la credibilità dell’amministrazione comunale e sul consiglio stesso, nel quale sono presenti anche numerosi ambientalisti dell’ultima ora, che noi francamente non conoscevamo, ma immaginavamo sarebbero spuntati. Ma torniamo al match Legambiente vs Rubeis. La missiva di risposta al sindaco arriva a firma Parlati e Roggi, rispettivamente presidente di Legambiente Lazio e del circolo di Guidonia. “Caro Sindaco, dopo che il danno è fatto a sopportare anche la beffa non ci stiamo proprio. Abbiamo sempre sostenuto che per chiudere la discarica di Guidonia bisogna bloccare l'impianto di selezione dei rifiuti nell'area dell'Inviolata e ripensare l'intera gestione dell'immondizia nell'ambito territoriale, puntando sulla riduzione della produzione, su politiche per il riuso ed estendendo a tutta la popolazione la raccolta differenziata porta a porta. La differenza tra capacità potenziale annua di 190mila tonnellate e capacità reale dimezzata per quell'impianto semplicemente non esiste e quindi abbiamo ragione ad affermare che i cittadini sono stati presi in giro per l'ennesima volta”. Non usano giri di parole i due, come non sono stati usati dall’amministrazione comunale nella prima replica. Certo è che la vicenda nasconde lati che evidentemente sono sfuggiti a chi doveva occuparsene: del ridimensionamento chiesto in sede di conferenza dei servizi non vi è traccia in nessuna parte della documentazione relativa all’Autorizzazione Integrata Ambientale concessa al Co.La.Ri, certamente non nel Verbale della Conferenza dei Servizi del 5/03/2010. “Risulta – spiegano Parlati e Roggi – abbastanza ridicolo costruire un impianto enormemente più grande per poi sotto utilizzarlo, ma in più non risultano in nessuno dei documenti ufficiali”. Che poi, se questi documenti ci sono, a questo punto che escano fuori, almeno per analizzarli e tranquillizzare – opera ardua – la cittadinanza che è in ebollizione, stanca di essere presa nel mezzo dalle decisioni della politica, stufa di venire bistrattata. “Al Verbale sono allegate due note del Comune di Guidonia Montecelio: quella con prot.18103 che non eccepisce nulla rispetto alla capacità recettiva dell’impianto in progetto e la Convenzione tra il Comune di Guidonia e CO.LA.RI. dove non si parla di quantitativi di rifiuti ricevibili”. A questo punto la vicenda diventa una sorta di spy story, fatta di documenti segreti, versioni ufficiali e ufficiose, numeri dati a destra e a manca, autorizzazioni date il 2 di agosto (e c’è ancora chi dice che negli enti pubblici la gente non lavora mai). Sulla polemica dei fallimenti, Legambiente fa presente come Rubeis abbia una decennale presenza nell’amministrazione comunale, prima come assessore e poi consigliere di opposizione. Se di fallimenti si parla, si parla di un fallimento globale come politica cittadina – di destra, sinistra, centro, su e giù – che da 30 anni si trova l’Inviolata sul groppone senza mai riuscire a far valere il diritto alla salute dei propri cittadini. “Restano i fatti: la Regione Lazio ha autorizzato, nel Parco Archeologico dell’Inviolata, un impianto di trattamento meccanico biologico di TMB da 190.000 tonnellate all'anno ed un impianto per il compostaggio della frazione verde da 27.000 tonnellate anno, per un totale di 217.000 tonnellate anno, senza tenere in alcun conto l'ipotesi di ridimensionamento dell’impianto, cavallo di battaglia del Sindaco di Guidonia in tutte le discussioni avvenute sul tema rifiuti”. Legambiente spiega anche che l’impianto di selezione non servirà in nessun senso alla raccolta differenziata, perché tratterà solo ciò che rimane dopo aver separato i rifiuti con la differenziata; dall'impianto uscirà circa un terzo di CDR da bruciare in impianti di incenerimento, un terzo di FOS frazione organica stabilizzata che al momento andrà a finire in discarica visto che contiene sostanze pericolose, e un ultimo terzo di scarti che andranno anch’essi a finire in discarica. Il conto sembra abbastanza semplice: con l’impianto poco cambierà, delle 190 mila tonnellate i due terzi saranno sotterrati nella discarica dell’Inviolata. Un nuovo invaso, né più né meno. Se questa era la soluzione per mettere la parola fine al paradiso del Co.La.Ri, evidentemente qualcuno ha troncato i titoli di coda a questo film. “Per chiudere una discarica ormai esaurita – chiudono Parlati e Roggi – non se ne sarebbe certo dovuta realizzare una nuova nello stesso luogo, con annesso impianto, una scelta che rinnoverà il matrimonio eterno tra Guidonia e i rifiuti. Per affrontare seriamente il problema dei rifiuti, quella della raccolta differenziata è l’unica strada vera, bisogna far divenire questa parte quella largamente maggioritaria nella gestione dei rifiuti, altrimenti sarà impossibile ridurre l’uso delle discariche”. Tra l’altro, una differenziata “illuminata” porterebbe anche occupazione. In tempi di vacche magre, non sarebbe da disdegnare l’idea. Un economista direbbe: l’indotto. Magari un po’ più sano di quello che portano il cemento dei centri commerciali o cose simili. Comunque sia, domani è il giorno del consiglio comunale. Siamo curiosi di ascoltare, e di vedere quello che succederà. Magari Legambiente troverà nuovi ambientalisti da far entrare in associazione. Sarebbe interessante andare a riprendere tutti i manifesti della campagna elettorale per le comunali. E vedere quanti dei candidati promettevano mari e monti sulla discarica e sull’impianto. Una specie di Blob. Divertente, e amarissimo allo stesso tempo. Come tutta questa storia.

 

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