Un’esecuzione in piena regola e il cattivo odore del terrorismo, di verità scomode che evidentemente non dovevano essere rivelate. E’ stato ucciso nella sua casa di campagna in via Colle Spinello, nei pressi del ristorante Amadeus, a Guidonia Montecelio, Sergio Calore, ex terrorista dei Nar (Nuclei Armati Rivoluzionari) e, fino ad oggi, importante collaboratore di giustizia. Sdraiato in mezzo a una pozza di sangue e con una profonda ferita al collo causata, con ogni probabilità, da un'arma da taglio: così è stato ritrovato il cadavere dell'ex estremista di destra. A scoprire il corpo del 58enne, intorno alle 15 e 30, è stata la moglie che, non vedendolo rientrare a casa per l'ora pattuita, si è recata nel terreno di proprietà situato in una zona di campagna. Una volta lì, la donna – Emilia Libera, storica pentita, conosciuta negli anni di piombo col nome di battaglia di Nadia – si è trovata di fronte il cadavere riverso in terra del marito. Sul posto sono immediatamente intervenuti i Carabinieri della Compagnia di Tivoli. Attualmente sono ancora in corso gli accertamenti sul corpo dell'uomo.
Sergio Calore è considerato uno dei principali pentiti del terrorismo nero. L'ex terrorista, infatti, con le sue dichiarazioni ha contribuito a ricostruire gran parte della storia dell'eversione di destra in Italia, che ha avuto come protagonisti anche alcuni degli imputati del processo sulla Strage di Bologna. Calore, nel giugno del 1989 sposò Emilia Libera, pentita del terrorismo rosso e amica di Antonio Savasta, altro terrorista pentito. Il loro amore nacque tra le mura del supercarcere di Paliano, dove erano stati rinchiusi. Calore è stato uno dei personaggi più importanti del terrorismo nero ed è stato implicato in una serie di attentati e di omicidi legati anche a traffici di armi e di spionaggio. Venne arrestato nell'ambito delle indagini sull'omicidio di Antonio Aleandri, ucciso il 17 dicembre del 1979 a Roma, in piazza Dalmazia. Ha inoltre collaborato alle indagini per l’attentato al CSM del 20 maggio ’79.
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