Difesa della cultura. Un collettivo benda i busti di Roma

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Il blitz della notte, ad opera del collettivo "My Trastevere" ha un progetto ben chiaro: "invadere le strade della capitale con attività virali sul territorio volte a riportare la cultura tra la gente"

Roma, 28 ott – Chissà se da questo blitz nascerà un nuovo manifesto culturale, quello della poetica del circolo culturale “My trastevere”. Alcuni esponenti del collettivo hanno infatti bendato con fasce nere gli ottanta busti della panoramica passeggiata al Gianicolo e quelli di Gioacchino Belli e Trilussa, in zona Trastevere.

La causa dell’azione simbolica, compiuta nella notte tra il 26 e il 27 ottobre, è molto nobile: recuperare la cultura sul territorio. Sul foglio apposto accanto ai busti si legge infatti, in un dialetto romanesco che ricorda le rime del poeta Trilussa “Sò er carcio e er Grande Fratello, guardo e penso: che fine ha fatto 'a curtura?”.

La denuncia alla cultura scomparsa in versi ironici è stata notata nella mattinata del 27 ottobre da alcuni romani che stavano facendo jogging nei paraggi e immediato è stato l’intervento dei carabinieri e dei vigili che hanno rimosso le scenografiche bende dai busti, già presi di mira dagli atti vandalici di alcune settimane fa.

Più di uno, in Roma, deve aver pensato al ritorno di Pasquino, anche se in forma più artistica. Ma il collettivo "My trastevere" non compie solo gesti come questo, le sue attività sono molteplici, come si legge nella loro pagina web: “progetto culturale che da settimane invade le strade della capitale con attività 'virali' sul territorio volte a riportare la cultura tra la gente”. E in questo senso deve inserirsi il concerto improvvisato in piazza Trilussa qualche settimana fa.

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