Continua il susseguirsi di proteste per il piano di “riordino” – si fa per dire – degli ospedali della Regione Lazio. Oggi è stata la volta di Monterotondo, dove circa 800 persone hanno partecipato alla manifestazione in difesa dell’ospedale, antipasto di quella del 9 ottobre, organizzata dal comune della città. Oggi, tra le persone, cittadini e operatori dell’ospedale, erano presenti anche i sindaci dell’area coperta dalla struttura, il vicepresidente del consiglio regionale Bruno Astorre, i consiglieri regionali Giuseppe Rossodivita e Fabio Nobile, il capigruppo del Pd Esterino Montino, il capogruppo dell'Idv Vincenzo Maruccio, il consigliere provinciale Ruggero Ruggeri e Carlo Lucherini del PD.
Per quello che riguarda il 9 ottobre, saranno presenti tutti i comuni dell’area che sarà colpita dalla chiusura del Gonfalone: certamente Mentana, Fonte nuova, Palombara – che non avrebbe problemi se il suo ospedale restasse tale – Passo Corese, Fiano Romano. Parliamo di almeno 200 mila abitanti, che di fatti resterebbero senza il punto di riferimento dell’ospedale, e saranno costretti ad andare a Tivoli – sappiamo in che condizioni è la struttura tiburtina, troppo antiquata per la mole di lavoro che dovrebbe svolgere – anche e soprattutto per il Pronto Soccorso. Siamo nella zona della via Salaria, dove gli incidenti sono all’ordine del giorno. Continuiamo a non ritenerla una scelta saggia. E il fondamentale ruolo per il territorio lo confermano i numeri: gli accessi al Pronto soccorso del 2009, sono stati 26 mila, i nati invece sono arrivati a 559, 59 bimbi oltre la “soglia di soppressione” dei reparti di maternità prevista dal Piano della Regione.
Quindi è legittimo chiedersi, se le cifre sono queste, perché si è scelto di chiudere l’ospedale. Chi lo ha deciso? A chi fa comodo? Questa è una domanda che molta gente si starà facendo. Ed è solo uno dei tanti schiaffi che la provincia di Roma ha preso con il piano. Pensiamo a Subiaco, o a Palombara.
Arrivano anche le prime reazioni ufficiali dei palazzi della politica. Il gruppo del Pd della Provincia di Roma ha chiesto con una mozione al Consiglio Provinciale la revoca immediata del Piano di riordino della Rete ospedaliera regionale. “La Regione Lazio, con la presidente Polverini – spiega il capogruppo Leodori – con un atto di arroganza e di insensibilità istituzionale, ha approvato sotto dettatura del ministro Tremonti, senza alcun confronto con i sindaci e con le comunità locali, la chiusura di ben 8 ospedali nella Provincia di Roma, privando di fatto centinaia di migliaia di cittadini di un servizio sanitario degno di questo nome e negando un diritto universale acquisito”.
C’è comunque un lato positivo. A prescindere da come finirà, è evidente un risveglio del senso civico delle popolazioni coinvolte. Quel senso civico che spesso appartiene a una sparuta minoranza. Il farsi sentire, lo scendere il piazza, deve essere per forza preso in considerazione. A maggior ragione pensando agli schiaffi che queste zone hanno preso in questi anni dalla Regione.
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