Arriva puntuale la replica di Rubeis alle associazioni ambientaliste che l’hanno chiamato in causa sulla concessione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale all’impianto del Co.La.Ri all’Inviolata. Su tutti, Legambiente ha invitato sindaco, giunta e maggioranza a dimettersi, per non essere riusciti a farsi rispettare – rispettando il volere della cittadinanza, che pretendeva di essere degnamente rappresentata – dalla Regione. “Se dal loro personalissimo punto di vista il sindaco di Guidonia dovrebbe dimettersi – attacca Rubeis – allora gli esimi militanti di Legambiente dovrebbero dileguarsi, riconoscendo vent’anni di fallimentare attività della loro associazione sul territorio. Legambiente infatti, pur essendo stata più che organica al potere, esprimendo in periodi anche recenti rappresentanze gradite nelle istituzioni che contano, e mi riferisco ad esempio all’ex assessore regionale all’Ambiente Federico Zaratti, non ha portato a casa risultati per Guidonia, anzi. Non credo di dire una eresia se affermo che il Verde Zaratti ha costruito il proprio consenso anche attraverso realtà come Legambiente, eppure, proprio negli anni da lui trascorsi in via Cristoforo Colombo ha preso corpo, materializzandosi, il progetto Co.La.Ri di realizzare un impianto di Tmb da 190mila tonnellate all’Inviolata”.
Va ricordato che l’amministrazione comunale aveva richiesto un dimensionamento di 90/100 mila tonnellate annue per l’impianto, con richieste specifiche della giunta e con una delibera di consiglio comunale approvata all’unanimità. Proposte presentate nella conferenza dei servizi che si è chiusa in Regione nel marzo scorso, ma che nei fatti non sono state prese in considerazione. “Non so se si sia trattato di errore materiale commesso da quegli uffici – spiega Rubeis – posso però affermare che la capacità di smaltimento da noi espressa, e recepita dalle parti in quella sede, rappresenta un punto vincolante rispetto anche alla concessione edilizia che il municipio andrà a rilasciare a Co.La.Ri; essa sarà per un impianto con una capacità di trattamento di 90/100mila tonnellate, fino a 140mila se si include la produzione di umido che avverrà in una struttura adiacente. Il punto – aggiunge il sindaco – è parte integrante della convenzione fatta propria dal Consorzio sempre in sede di conferenza dei servizi. Convenzione che più in generale fissa i criteri comportamentali ai quali Co.La.Ri dovrà obbligatoriamente attenersi, come il diritto per il comune di monitorarne l’attività; lo smaltimento a costo zero dell’umido e i forti sconti sul riciclo dell’inerte, con conseguente beneficio in bolletta per i cittadini residenti; le salate penali che il Consorzio si ritroverà a pagare qualora non dovesse rispettare le regole di tutela ambientale, per la prima volta pretese nero su bianco da una amministrazione in materia di rifiuti”.
Tutto bello. Ma nella documentazione tecnica relativa all’Aia, e nella determina specifica dell’autorizzazione, i dati sulla capacità dell’impianto sono quelli dichiarati da Legambiente. E siamo poi certi che la convenzione sia equilibrata come rapporti tra i contraenti? E ancora, come verrà controllato l’impianto? Da chi e perché? Restiamo convinti che l’impianto non è e non potrà mai essere la risposta giusta alla discarica. E restiamo certi che le amministrazioni sovra comunali hanno la spiacevole abitudine di trattare Guidonia come i Romani trattavano la Gallia. La differenza è che spesso gli antichi Romani portavano servizi, strade, cultura. Qui li tolgono, anzi, peggio: la Regione infierisce, il comune spesso ubbidisce. L’augurio è che le scelte dell’amministrazione comunale si rivelino le più giuste. Resta solo la speranza, che almeno non costa nulla. Al contrario dell’impianto.
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