Sospensione delle decisioni del Comune, tavolo di confronto per regolamentare, rinnovare e ristrutturare il sistema di estrazione e lavorazione del travertino, successive concessioni e proroghe condizionate al graduale ritombamento “anche con materiali esterni ma sotto vigilanza ARPA, alla lavorazione in loco dei blocchi per una percentuale non inferiore al 40%, alle schermature arboree e alla depurazione o decantazione in vasca delle acque che vanno in Aniene.
Queste le proposte avanzate da Potere al Popolo nell’ambito della vicenda relativa alle cave di Guidonia. “Siamo dalla parte dei lavoratori, che vivono l’incubo della perdita del posto di lavoro oltre a numerosi licenziamenti già in corso. La contrapposizione ideologica tra lavoro e ambiente, una delle tante versioni della guerra fra poveri che ci vorrebbero far combattere, deve terminare”.
Alla Regione e al Comune viene richiesta l’adozione di tutti i provvedimenti necessari per risolvere la vertenza. Il quadro è piuttosto chiaro. “Da una parte abbiamo un territorio distrutto, con le cave di travertino, dalla parte opposta abbiamo un tessuto sociale anch’esso distrutto, a cui mancano trasporti, servizi, case popolari e soprattutto lavoro”.
Un quadro che ha una conseguenza chiara e netta. “In questa realtà, è semplicemente impensabile chiudere per decreto uno dei più grandi settori produttivi della città senza dare una risposta alle centinaia di lavoratori impiegati, come sta facendo proprio in questi giorni la maggioranza 5 stelle”.
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