Non è finita. Non ancora. Si parla ancora della discarica di inerti nella cava di Corcolle, a un passo dal sito Unesco di Villa Adriana: sarà la Regione Lazio a doversi pronunciare sul rinnovo dell’autorizzazione alla Daf.
La notizia arriva dall’Adnkronos: alla conferenza dei servizi convocata martedì scorso, al di là della dei rappresentanti legali e della proprietà della Daf e di quelli dei Comitati salviamo Villa Adriana, non si è presentato nessuno, nonostante fossero convocati, tra gli altri, il Comune di Roma, la Città Metropolitana e la Soprintendenza Speciale, che però aveva inviato l’11 luglio scorso il proprio “parere contrario” sul rinnovo della concessione.
Proprio quel parere si conclude con una formula di rito con la quale si richiede, in caso di rinnovo da parte della CdS, “il rispetto delle clausole vincolanti” previste in occasione della prima concessione, avvenuta nel 2008 (decreti 20 e 21 del 16 maggio 2008): erano i tempi della “emergenza” e di un “interesse pubblico dell’intervento”, con i limiti e i vincoli riferiti all’uso della cava relativamente al conferimento di rifiuti inerti provenienti esclusivamente dai cantieri della Metro B1, emergenza che, secondo i tecnici della Soprintendenza, non c’è più e la “linea metro B1 è stata realizzata e i materiali prodotti dall’escavazione sono stati conferiti in altro sito”.
Le clausole vincolanti richieste dal parere della Soprintendenza fanno riferimento alla eliminazione delle strutture temporaneamente sistemate, la redazione aggiornata e costante dello stato dei luoghi in relazione alle attività eventualmente autorizzate e la realizzazione, allo scadere dell’eventuale autorizzazione, di una sistemazione a parco, adeguatamente integrato nel contesto ambientale del territorio, della cava oggetto del recupero.
Spunta invece una nota inviata dalla Città Metropolitana alla Regione Lazio – entro i termini previsti dalla CdS – con la quale si sottolinea che già nel 2008 non riteneva “ammissibile” la previsione di una discarica nel sito di Corcolle.
Dall’ex Provincia specificano infine il mancato aggiornamento e la mancata integrazione della documentazione richiesta alla Daf. Quella disponibile è ferma al 2006-2008: la Città Metropolitana ritiene l’istanza improcedibile, e nell’impossibilità di esprimere un parere poiché la documentazione non è completa, rimette la decisione nelle mani della Regione Lazio quale soggetto procedente titolare del procedimento di rinnovo dell’autorizzazione. E’ il caso, veramente, di non scherzare.
Condividi