Alla fine sono stati sotto il palazzo comunale, in attesa di certezze, per l’intera mattinata. E’ stato il 19 settembre il giorno dello sciopero dei lavoratori della Tekneko, di nuovo con gli stipendi in arretrato a causa del ritardo dei pagamenti del Comune di Guidonia. “Stanno cercando di portare a termine il piano di rientro – ha spiegato agli operai Mauro Piconi, segretario UGL Igiene Ambientale per Roma e Lazio al termine dell’incontro con l’amministrazione comunale – e hanno chiesto uno sforzo alla Tekneko”. Oggi dovrebbero essere stati pagati il 50% degli stipendi dei 146 lavoratori dell’ATI Tekneko-F.lli Morgante a cura delle due aziende che gestiscono i rifiuti a Guidonia. “La parte restante arriverà entro il 30 settembre: questo è l’impegno che si è preso il Comune: dopo quella data verrà messo in atto il piano di rientro annunciato per risolvere il problema per i mesi futuri, Natale compreso”. Questo è il “succo” della manifestazione degli operatori, esasperati dall’attesa che si ripete ormai ogni mese degli stipendi e dall’incertezza.
Le cifre. Sono circa 4 milioni e mezzo di euro l’importo che l’ATI – in piazza entrambi i rappresentanti delle aziende – attendono dal Comune: 3 milioni e 700 mila relative a fatture impagate già scadute e 800 mila a scadere. E proprio sulle cifre si è svolto l’acceso dibattito in piazza tra l’assessore all’ambiente Tiziana Guida, il presidente di Tekneko Umberto Di Carlo e Piconi.
“A noi però ci manca lo stipendio”. Il 15 del mese è passato, e gli stipendi non si sono visti. Tra gli operai l’esasperazione era massima, anche durante il dialogo in piazza con l’assessore Guida. In un primo momento la linea del Comune è sembrata essere un’altra. “Scriveremo alla ditta dicendo di pagare, la ditta risponderà che non può farlo e a quel punto pagheremo noi i lavoratori”. I costi dei rifiuti sono una “goccia” nel mare dei debiti e dei problemi finanziari ereditati dall’attuale amministrazione comunale. Non una giustificazione, ma una semplice dato di fatto. “Abbiamo 7000 fatture in giacenza, di cui 2000 sono utenze e 5000 relative ad altre aziende in attesa del dovuto come voi”, prosegue l’assessore. Il problema è la Tari, tassa ad alta percentuale di evasione, sulla quale dovrebbe reggersi, come costi, l’intera raccolta diffenziata. “Ad oggi con quello che incassiamo dalla Tari non paghiamo neanche un anno di Tekneko, senza dimenticare i costi degli impianti di conferimento”. Nota a margine proprio su questo ultimo punto: la raccolta degli ingombranti all’isola ecologica è di nuovo ferma. La replica di Piconi è diretta. “Stiamo parlando di un servizio essenziale del Comune: a noi non interessano i percorsi tra azienda ed enti, sono questi signori – dice rivolto agli operai – che ogni mattina si alzano alle 5 e lavorano per rendere questa città vivibile”. E’ il commento di uno dei lavoratori quello più emblematico. “Voi lavorate per questo, ma sono io che alla fine pago due volte, perché pago la Tari e sono senza stipendio”. Il finale dell’incontro in piazza – prima dell’incontro tra le parti e il sindaco Barbet – è tutto nello “scontro” tra la Guida e Di Carlo, conti alla mano. “Vi avevamo detto però di portare pazienza fino al 30 settembre”, così l’assessore. “L’ultimo pagamento che abbiamo ricevuto risale a gennaio 2017, e del 50% rispetto al dovuto. Io avevo chiesto riscontro alla ragioneria per una certezza di pagamento entro il 30 settembre: non ho avuto risposte. Siamo anche disposti ad andare via, però – dice rivolto alla Guida – ditecelo voi, scrivetecelo: siamo qui per lavorare, paghiamo penali per le inosservanze nei servizi, ma siamo esasperati e disperati. Essere qui è un danno di immagine: ai lavoratori do la mia parola che al prossimo rimborso Iva riceveranno i loro stipendi”. Questo prima dell’incontro che ha portato alle “prove tecniche di accordo” per i pagamenti prossimi e futuri. Da qui al 30 settembre sono attesi i primi sviluppi e, evidentemente, il piano per i pagamenti delle fatture promesso dal Comune.
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