“Il Presidente Zingaretti e il suo assessore Civita sono gli stessi che in Provincia avrebbero dovuto individuare il sito definitivo per la discarica. Il fatto che oggi ci vengano a parlare di responsabilità istituzionale non è affatto credibile, considerato che a una settimana da quella che dovrebbe essere la chiusura definitiva di Malagrotta finalmente il Consiglio regionale si confronta con l’individuazione di una nuova discarica. Confronto che fa emergere però cinque gravi, nella loro specificità, dubbi sulla trasparenza della gestione dei rifiuti e sulla relativa faccenda Falcognana da parte della Regione Lazio”, così dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e componente della commissione Rifiuti e Ambiente, commentando il Consiglio straordinario sui rifiuti in corso alla Pisana.
“Su cinque specifici punti emergono dubbi molto gravi. In primo luogo, il Presidente Zingaretti parla di Falcognana come discarica idonea e nulla viene portato all’attenzione dei consiglieri su quale sia l’effettiva visione del Ciclo Rifiuti che l’Amministrazione intende portare avanti: nessuna proposta di lungo periodo né alcun elemento di programmazione, una chiara visione emergenziale del problema rifiuti. Poi, nello specifico, la questione Falcognana: non abbiamo traccia né del piano di conferimento, né dei tempi e dei costi, non sappiamo nulla sulle procedure di assegnazione e su quali certezze autorizzative esistano, l’unica cosa di cui si è a conoscenza è la mancanza di trasparenza in tutta la vicenda. Il terzo punto, sempre su Falcognana, non può che riguardare l’Ecofer e le sue società fiduciarie: su queste non sappiamo nulla né esiste la relazione della Guardia di Finanza su eventuali infiltrazioni mafiose. Disponiamo esclusivamente di notizie sulla modifica della compagine sociale in sede Ecofer, sospetto che si rafforza nel momento in cui si sa che alcuni esponenti della stessa risulterebbero già condannati per reati di natura ambientale, fatto che in base alla legge renderebbe impossibile l’assegnazione di un appalto pubblico alla stessa. Al quarto punto il bando AMA: non si sa nulla sui risultati, conosciamo solo i dati di Cerroni su Malagrotta che parlavano del conferimento in discarica di circa 4mila tonnellate giornaliere. Ora, se in base all’appalto AMA, solo 700 tonnellate al giorno vengono trattate fuori dalla Regione e, come afferma Zingaretti, solo restanti 300 tonnellate saranno trattate a Falcognana: cosa accadrà delle restanti tonnellate di rifiuti prodotte quotidianamente? Pur ammettendo lo sviluppo avvenuto in questi mesi di forme alternative di smaltimento, crediamo che sia proprio l’aritmetica a condannare il pressapochismo di questa Amministrazione. E arriviamo al quinto punto: o a Falcognana verranno conferiti quantitativi ben più ingenti di rifiuti rispetto a quanto annunciato (ed è quello che è avvenuto nel tempo per Malagrotta ) oppure, come ipotesi più probabile, il 30 settembre non ci sarà alcuna chiusura di Malagrotta, elemento che nella Valle Galeria provoca più di una preoccupazione anche perché il prefetto Sottile non ha provveduto ancora a stralciare l’AIA su Monti dell’Ortaccio”, prosegue Santori.
“Ci apprestiamo dunque, oltre ad esigere risposte chiare e concrete su questi cinque punti, a presentare due risoluzioni. La prima contiene la nostra proposta sul ciclo dei rifiuti e la netta contrarietà all’ipotesi Falcognana. La seconda tesa invece a richiedere il rispetto dei tempi della chiusura di Malagrotta e l’avvio della riqualificazione ambientale della Valle Galeria. La speranza è che alla nostra chiarezza e puntualità nelle richieste corrisponda una altrettanto rigorosa azione di risposta della Regione, dopo settimane di bugie e immobilismo”, conclude Santori.
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