Tbc al Gemelli nella capitale, sette indagati per il reato di epidemia e lesioni colpose

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Epidemia e lesioni colpose sono le ipotesi di reato per sette persone, tra personale amministrativo e medico, del Policlinico Agostino Gemelli, dove sono stati riscontrati casi di infezione da TbcLe ipotesi di reato, fatte dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani e dal pubblico ministero Alberto Violetti, riguardano il 'datore di lavoro' (una figura del settore amministrativo), due suoi delegati per determinate funzioni. In particolare uno è responsabile del reparto di Neonatologia, mentre l'altro ha compiti amministrativi generali. Entrambi devono sovrintendere ai controlli periodici per accertare lo stato di salute del personale sanitario.

Sono inoltre indagati: due medici che materialmente sono incaricati di provvedere a sottoporre a visite periodiche il personale sanitario, il coordinatore di queste due persone e anche il medico di base della Asl. Questi aveva in cura l'infermiera di servizio nel reparto, risultata affetta da tubercolosi e probabilmente responsabile per il diffondersi del batterio che ha infettato decine di neonati.

E' infatti emerso che l'infezione che ha colpito la donna è dello stesso ceppo di quella che a luglio ha provocato la malattia di una neonata, nata nel reparto di neonatologia. Per quanto riguarda il medico della Asl è emerso che ha visitato l'infermiera nei mesi scorsi. Gli si contesta di non essersi accorto che la donna era ammalata. Questa già nel 2005 era stata visitata nell'ambito dei controlli sanitari biennali disposti per il personale. Risultò positiva e perciò le fu prescritto di farsi visitare una volta all'anno e non ogni due. Cosa che, secondo quanto emerso dalle indagini preliminari, non ha mai fatto tanto che da allora fino alla scoperta che era affetta da tubercolosi sono trascorsi ben sei anni.

L'infermiera è entrata in servizio nel reparto di neonatologia a cominciare dal 2010; prima lavorava nel reparto di fisiopatologia polmonare. Le indagini del magistrato tendono anche a stabilire dove possa essere rimasta infettata. L'indagine ha già portato davanti al magistrato tutte le sette persone ora indagate. Altri accertamenti sono stati disposti dal magistrato che è ancora in attesa di ricevere dai Nas e da altri esperti la prima relazione sulla vicenda.

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