Roma, 12 set – Dall'appartamento con vista Colosseo è uscito «il giorno della conferenza stampa», il giorno delle dimissioni da ministro dello Sviluppo economico. «Non ci rientrerò più. Ho dato mandato di venderla». Claudio Scajola lo dice in una intervista al «Corriere della Sera» con la quale smentisce anche che Berlusconi gli abbia affidato l'incarico di guidare la macchina elettorale.
«Mi riprendo il mio prezzo e la differenza rispetto a quello che avevo versato so già a quali organizzazioni di beneficenza darla», aggiunge a proposito della casa. Scajola in quella conferenza stampa (era il maggio scorso) disse che i soldi in nero erano stati versati da una persona a sua insaputa: «Era la pura verità. E intanto l'avviso di garanzia, che secondo i giornali mi doveva arrivare da un momento all'altro per riciclaggio, non mi è mai arrivato».
L'ex ministro è tornato a Roma: «Mi sembrava doveroso stare vicino a Berlusconi in questo momento», spiega. Durante il colloquio con il premier non si è parlato del suo successore. Per tornare in politica, conclude, ci vuole tempo. «Cerco di ritrovare il mio equilibrio. Io ho sentito la morte dentro. Ho preso un pugno fortissimo nello stomaco, non capendo da dove arrivava. Ora cerco di capire, ma sono più sereno».
Mauro Libè, esponente dell'Udc, commenta: «Apprezzo il bel gesto di Scajola ma non serve a sanare un bel nulla. In una fase in cui non si capisce ancora bene cosa sia successo, una cosa certa è quella che abbiamo appreso da tempo da lui quando ammise che, a sua insaputa, 900 mila euro sono serviti a pagare il suo appartamento. Noi siamo a favore della beneficenza, ma fatta con i soldi propri. È molto grave che un ex ministro, tuttora parlamentare, cerchi facile pubblicità».
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