Roma, 21 set – L'aveva convinta a raggiungerlo in Italia promettendole un lavoro che avrebbe consentito a tutta la famiglia una vita migliore ed un futuro per il loro figlioletto di 2 anni. Una volta arrivata in Italia però la donna 30enne keniota si è trovata davanti ad una realtà ben diversa. Il marito K.M., 33enne connazionale, non aveva affatto un lavoro onesto ed era addirittura violento. Spesso la picchiava ed alzava le mani anche sul figlio. In un'occasione la donna è dovuta ricorrere alle cure mediche.
La donna, segregata in casa a Sacrofano, era costretta a prostituirsi dal marito che le portava i clienti in casa, incurante della presenza del neonato. Spesso la costringeva a prostituirsi anche in strada. Lo straniero, regolare sul territorio nazionale, aveva inoltre pensato di introdurre la moglie in un giro più grande di prostituzione. Per obbligarla, la picchiava e la minacciava in continuazione. Stanca, la donna è scappata di casa e si è rivolta ad un centro antiviolenza e alla Polizia.
Alla Squadra Mobile, diretta da Vittorio Rizzi, la donna ha raccontato la sua storia, denunciando il marito, nel frattempo resosi irreperibile. Sono scattate le indagini degli agenti della sezione criminalità straniera, che ieri dopo un mese di serrate indagini hanno rintracciato K.M. mentre camminava per le vie del centro della Capitale. È stato fermato con l'accusa di lesioni e sfruttamento della prostituzione. Il minore è stato temporaneamente affidato ad una casa famiglia.
Condividi