Roma, 12 set – La magistratura romana vuole ascoltare nell'inchiesta sulla cosidetta P3 il presidente del Consiglio. dopo le rivelazioni sui summit organizzatti da quella che è sospetatta dai pm essere una organizzazione segretra per pilotaere le decisioni giudiziarie sui lodi Alfano e Mondadori. Lo riferice oggi, con apertura a tutta pagina, il quotidiano 'la Repubblica', pubbbloicando ampi stralic dei contenuti dell'interrogatorio del 19 Agosto in cui Argangelo Martino, uno dei tre arrestati della "loggia P3", identifica quel 'Cesare', citato per la prima volta nell'ordinanza dei Carabinieri, con il Premier. E il 'vice Cesare' con Marcello Dell'Utri.
"La notizia – ricorda oggi la Repubblica- uscì a metà luglio e l'entourage del capo dell'esecutivo, primo fra tutti il suo legale e deputato del Pdl, Niccolò Ghedini, si affrettò a precisare che: 'Cesare non era Berlusconi. Che le date, citate dagli indagati, non coincidevano e che si trattava di un'ipotesi oltre che inveritiera, ridicola".
"Ma ora – assicura Repubblica- le dichiarazioni dell'imprenditore arrestato danno nuova forza agli elementi che gli inquirenti hanno raccolto in questi mesi. Ed è per questo che il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli stanno valutando la convocazione del presidente del Consiglio. D'altronde, tutte le persone citate dagli indagati sono state sentite dai magistrati. All'appello mancava solo Berlusconi.A questo punto, la convocazione si fa concreta. apcom
Condividi