Guidonia / Caos Cave, le parole di Arianna Cacioni: “Subito un consiglio comunale sul tema”

In Roma Est da Yari Riccardi Commenti

Condividi

“É tempo di mettere dei paletti a questa vicenda sul piano delle volontà e delle responsabilità”. Non si ferma a Guidonia il caos intorno al futuro del settore estrattivo del territorio. A margine dell’incontro in Regione del 23 agosto arriva anche il commento di Arianna Cacioni, consigliere comunale d’opposizione.

Chiare le richieste dell’ex candidato sindaco all’amministrazione comunale. “Barbet ci deve dire subito cosa vuole fare delle cave, serve un consiglio comunale urgente ed un atto di indirizzo che esprima chiaramente le intenzioni dell’amministrazione di Guidonia Montecelio sul tema”.

Le posizioni della maggioranza sono definite – lo hanno confermato tra le righe anche le parole di CGIL e UIL, online su questo giornale da stamattina – “contradditorie relativamente al destino del comparto: i continui cambi di rotta su un settore economico così importante, sia in termini occupazionali che di tradizione territoriale, hanno minato profondamente la credibilità del governo Barbet, tanto da far probabilmente saltare il tavolo tecnico politico aperto in regione dall’assessore Manzella”.

Una situazione che diventa ogni giorno più seria e complicata. “L’ho rappresentato al sindaco ieri pomeriggio, nel corso di un incontro che ho avuto con lui dopo la riunione a via della Pisana, e nel quale ho contestato a Barbet soprattutto l’incoerenza di aver chiesto ed ottenuto l’aiuto della Regione e l’apertura di Accordo di programma, potenzialmente positivo ed organico  sulle cave, scegliendo poi di intraprendere in pieno agosto un percorso in solitaria, che non tutela l’occupazione e non favorisce il ripristino ambientale. Condizione ancor più preoccupante considerando che, da quanto ho potuto evincere dalle parole del sindaco, l’amministrazione sarebbe intenzionata a procedere a breve alla revoca delle autorizzazioni per tutti gli impianti estrattivi già oggetto dei cosiddetti preavvisi di diniego“, prosegue la Cacioni.

Il messaggio del consigliere è chiaro. Ora serve trasparenza. “Barbet deve quindi chiarire se il comune prosegue da solo, decretando la chiusura delle attività estrattive con tutto quello che ne consegue, in una situazione drammatica dal punto di vista economico, occupazionale ma anche ambientale e di un delicato assetto idrogeologico locale, o se invece intende portare avanti la concertazione aperta in Regione Lazio, sotto la condizione, però, di trovare percorsi condivisi a livello amministrativo, evitando altre fughe in avanti del comune e l’estinzione di quella che è stata un’attività centrale della nostra economia”.

Uno scenario che ogni giorno racconta nuovi episodi. Remo Vernile della UIL ha confermato ieri sera l’arrivo di “notizie informali di un licenziamento collettivo tra circa 8 giorni per 40/60 lavoratori. Le lascio immaginare: sto ricevendo decine di telefonate di lavoratori preoccupati”, mentre Coltella della CGIL ha annunciato l’organizzazione di proteste per salvare i posti di lavoro a partire dal 3 settembre, con la ripresa delle attività lavorative.

Situazione esplosiva, per una partita nella quale si gioca il futuro dei lavoratori, quello di un intero settore e, certamente, anche quello della credibilità e della tenuta dell’amministrazione comunale di Barbet, chiamata a un compito importante e cruciale per il destino di tanti cittadini.

 

 

Condividi