Dopo una lunga seduta e numerose pause l’equilibrio di bilancio è stato approvato dal consiglio comunale di Guidonia nel torrido pomeriggio del 7 agosto. L’approvazione segna con tutta probabilità l’inizio della “pausa estiva” per il consiglio comunale, una seduta necessaria visto che il termine previsto per il provvedimento era quello del 31 luglio. I lavori relativi al bilancio – quello del commissario – e le necessità dei Revisori dei Conti hanno portato allo slittamento della data.
I preliminari. Lomuscio del Pd porta in aula il tema dell’isola pedonale nella piazza di Montecelio, praticamente inesistente visto lo scorso rispetto dei divieti presenti e puntualmente ignorati da chi parcheggia nel borgo. Santoboni del M5S si sofferma invece sulla carenza idrica. “che dobbiamo affrontare come città: questa amministrazione non ha fa sconti a nessuno”. Arianna Cacioni (FI E FdI) ricorda la necessità di cominciare al più presto l’attività delle commissioni consiliari permanenti, mentre Di Silvio chiede lumi sui CV degli assessori della giunta, annunciati più volte dalla maggioranza e per l’ex candidato sindaco del Pd “ancora ignoti: non ci sono da nessuna parte”. C’è poi il caso sollevato da Giovanna Ammaturo, che chiede per il primo punto all’ordine del giorno – la delibera del commissario straordinario 59 del 30/12/2016 avente ad oggetto il riconoscimento dei debiti fuori bilancio relativi all’Area III Demanio Patrimonio e Ufficio Cave, con la conseguente riduzione del “debito verso Vidau Lucia ed altri” – il passaggio dalla seduta pubblica alla seduta segreta, per motivi di privacy visto che si sarebbe parlato di cittadini, di nomi e di cognomi. Tra discussioni e pause si arriva alla votazione, che respinge la richiesta del candidato sindaco di Noi con Salvini, che poi esce dall’aula per evitare di partecipare al punto. La frase cult? Quella di Mario Valeri. “Questo è un segreto che segreto non è più da tempo”, dice il consigliere di Guidonia Domani facendo riferimento alla questione. Altra punto è stata l’interrogazione diventata poi pregiudiziale alla votazione dell’assestamento circa le formule e le condizioni economiche relative alla stipula del contratto tra il Comune e la dirigente Maria Lombardi. Pregiudiziale respinta, la risposta all’interrogazione arriverà nei tempi previsti.
L’equilibrio di bilancio. Il provvedimento portato in consiglio comunale dall’assessore al bilancio Alessandro Alessandrini è, come prevedibile, subordinato all’approvazione del piano commissariale e alla relativa e conseguente disponibilità del Fondo di Rotazione di 26,5 milioni di euro. “La delibera va considerata un documento unitario, che unisce l’assestamento di bilancio, il mantenimento degli equilibri, la congruità del FCDE e i debiti fuori bilancio”. Tutti elementi trattati insieme, perché ovviamente correlati, il tutto per una manovra che ha portato una diminuzione delle entrate di 2,7 milioni di euro e un aumento di 900 mila euro, per una riduzione complessiva delle previsioni pari a 1,8 milioni di euro. Facile immaginare la conseguenza: riduzione delle spese. “Una verità contabile” l’ha definita Alessandrini, e una verità diffusa ed evidente all’interno della delibera nei vari capitoli di spesa: vengono salvaguardati alcuni interventi nel Sociale, come il mantenimento dei minori nelle case famiglia (si passa da 750 mila euro a 950 mila euro) e come le RSA, per una spesa pari a 850 mila euro. Il complesso delle entrate è pari a 72 milioni di euro, nei quali sono compresi – all’interno dei trasferimenti – il fondo di rotazione per il pagamento dei debiti fuori bilancio e le passività potenziali. Spese correnti che comprendono 10,5 milioni di euro per il FCDE: per il 2018 e il 2019 comprendono la quota da restituire per il fondo di rotazione e la quota di rientro dal disavanzo (coperta per il 2017, per una somma pari a 1,4 milioni di euro annui, a seguito della rideterminazione del disavanzo complessivo). Pesano le eredità del passato, le nuove passività potenziali e la revisione delle previsioni di entrata. Ovvie le ripercussioni nel previsionale 2017-2019.
I debiti fuori bilancio: la ricognizione. Nei giorni precedenti alla seduta del consiglio comunale è arrivata agli uffici una direttiva del sindaco Barbet, con la quale viene richiesta l’attestazione definitiva dei debiti non coperti e non presenti nella ricognizione del piano di riequilibrio, “sulla base di una analisi – specifica Alessandrini – ragionata e responsabile dei documenti, in modo da fornire una rappresentazione veritiera, corretta e senza duplicazioni e mettere in condizione la giunta di assumere ogni decisione sulla base di elementi certi”. Una delle prime risultanze ha portato alla correzione in diminuzione dei debiti fuori bilancio riconosciuti dal commissario e presenti nel piano: in questo modo “una parte del fondo – prosegue l’assessore – si è liberato andando a coprire ulteriori potenziali debiti che nel frattempo venivano rappresentati dagli uffici”. La delibera comunque presenta una ricognizione delle potenziali passività, comunque coperte all’interno del bilancio. Il fondo di riserva è pari a 260 mila euro.
L’opposizione. Il primo ad attaccare è Emanuele Di Silvio. “Non vedo inseriti nel prospetto dei debiti fuori bilancio i tanti decreti ingiuntivi che hanno completato l’iter previsto per i pagamenti”. È dunque il quadro dei debiti fuori bilancio il punto dove la minoranza ha puntato con forza il dito. “Il punto è da ritirare, non ci sono – afferma Giovanna Ammaturo – tutti i debiti fuori bilancio”. Già nella fase di presentazione della delibera l’assessore era stata specificata che circa la questione era stata effettuata una ricognizione, da analizzare e riconoscere poi in un secondo momento (cfr. sopra). Giuliano Santoboni sottolinea “l’enorme lavoro effettuato: questo è il primo atto del rilancio della nostra città, mettiamo un punto e ricominciamo”. La delibera non ha convinto neanche Mario Valeri. “Nel momento in cui si prende una responsabilità di governo le cose cambiano: non vediamo questo cambio di passo di cui parla la maggioranza”. Da più fronti viene chiesto il ritiro della delibera, che non c’è stato. “Avremmo apprezzato un atteggiamento diverso: da parte del PD – chiude Di Silvio – ci sarà voto contrario”.
L’approvazione. La votazione successiva ha visto il sì della maggioranza alla delibera sull’assestamento e sull’equilbrio di bilancio, e il no dell’opposizione. Si chiude così il singolare consiglio comunale del 7 agosto. L’attesa resta per la valutazione del piano di riequilibrio, ad oggi ancora in fase di istruttoria al Ministero dell’Interno.
Condividi