Senza acqua. E non accade dove di acqua c’è penuria, non accade dove occorre centellinare anche una goccia. Accade a Guidonia, ed è un fenomeno che coinvolge 9 famiglie nella zona di Setteville nord. Non per siccità, né per altro: pura e semplice burocrazia. “Noi l’acqua in casa non l’abbiamo mai avuta: e siamo qui dal 1 gennaio del 2015”: così inizia il racconto di una delle famiglie coinvolte, in una cucina piena di taniche e bottiglie d’acqua, da riempire giornalmente e con frequenza, visto ancheil caldo quasi africano di questi giorni. Il primo approccio con l’Acea Ato2 è a maggio: l’azienda comunica l’impossibilità di allacciare un nuovo contatore, visto che “la fognatura pubblica, a cui è allacciato l’impianto di smaltimento delle acque reflue del suo immobile, ha esito ad un depuratore non idoneo a consentire ulteriori allacci”. La risposta di Acea “diceva di riprovare dopo 120 giorni: noi – prosegue la famiglia – abbiamo riprovato un mese dopo circa: abbiamo presentato una nuova domanda, ma l’esito è stato lo stesso”. Di controlli, di passaggi da parte dei tecnici dell’azienda, neanche l’ombra, nonostante i numerosi solleciti da parte della famiglia. La quale, intanto, si divide tra le taniche da riempire ogni sera, il lavaggio dei panni sporchi tra amici e parenti, e l’acqua da bere da andare a prendere al distributore di acqua presso la piazza del mercato, Guidonia centro: passaggio fondamentale, visto che la famiglia ha una bimba piccola, e l’acqua da bere deve essere certamente sicura e più che potabile. Due taniche da circa 25 litri fanno capolino da una porta, mentre vicino la cucina abbiamo contato più o meno 20 bottiglie d’acqua da 2 litri. Dai rubinetti neanche un filo. Manco fossimo nel Sahara. “Ci siamo anche rivolti al giudice di pace di Tivoli, ma la vicenda, ci hanno detto, ha carattere di urgenza, e non rientra nelle loro competenze”. Burocrazia, dicevamo. Non un termine generico visto che, pare, i lavori di adeguamento del depuratore di zona sono stati effettivamente realizzati da Acea Ato2. Solo che, questo dicono voci di corridoio che andremo a verificare nei prossimi giorni, manca un foglio, uno di quelli che contano davvero: il nullaosta da parte della Provincia di Roma. Un foglio. Sembra facile, ma nel paese della burocrazia probabilmente sarebbe meglio prendere un bastone da rabdomante e cercare un pozzo in giro.
Condividi