Guidonia abbraccia uno dei suoi figli: l’ultimo saluto a Ernelio Cipriani

In Cronaca & Attualità, In Evidenza, Politica, Primo Piano da Yari Riccardi

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“…Tutti muoiono, non tutti però vivono veramente…”. E’ William Wallace a parlare, poco prima di morire. Una frase di una potenza assoluta, che abbiamo respirato in tutti gli sguardi che abbiamo incrociato, osservato o semplicemente sfiorato durante il funerale di Ernelio Cipriani, assessore ai Lavori Pubblici della giunta Rubeis, politico ma soprattutto Uomo, uno dei figli di questa città. Il silenzio quasi irreale sul piazzale antistante la chiesa di Santa Maria di Loreto, tantissima gente, dai consiglieri comunali (praticamente tutti) a tutta la giunta, passando per i dipendenti del Comune fino all’Aeronautica, arrivando agli amici di Ernelio, quelli che per lui erano “come fratelli”, Gianluigi Marini con la fascia tricolore, Mauro Lombardo, e tanti tanti altri. Arriva la bara, e viene avvolta nel tricolore: questo l’ingresso in chiesa di Ernelio, e così ha preso vita il saluto che la città ha tributato all’assessore, uno che ha saputo “donare con gioia – così il parroco Stefano Marsili nella sua omelia – che ha saputo intendere la vita come dono per il bene degli altri. La presenza di così tanta gente qui oggi significa molto: ora dobbiamo essere pronti a recepire la sua eredità, quella di donare sempre attenzione verso gli altri. Il seme che cade sulla terra e muore è sempre capace di produrre molto frutto”. Una cerimonia densa di emozioni, di lacrime, di ricordi e di preghiere, dall’inizio fino alla fine, quando sono arrivati i saluti da parte di alcuni dei presenti. “Estremo è un saluto – ha spiegato uno dei sacerdoti celebranti – che non piacerebbe ad Ernelio, che oggi sta compiendo il suo grande viaggio, sta facendo il suo volo più ardito. Una vita, la sua, che ha dato molto frutto, e finchè rimane nei nostri cuori, sarà vivo per sempre”. Dolcissime le parole della figlia Lorena, che ha parlato tra lacrime e sospiri, affettuose le lettere scritte da alcuni nipoti, struggente il ricordo di Mauro Lombardo, che ha dipinto il legame che lo legava ad Ernelio, fondato sul quel cameratismo che è “lealtà, sincerità, fedeltà, disinteresse personale: valori che Ernelio ha sempre respirato”, che ha poi formato un sodalizio in principio politico all’interno del Movimento Sociale, che è poi diventato “un sodalizio per la vita, un qualcosa che non si è mai sciolto. Ernelio si sta già conquistando il suo posto nell’Aldià, sta fotografando la situazione nell’attesa dell’arrivo mio e di Gigi. Noi continueremo a vivere, sarà tutto un po’ più triste ma nessuno ci toglierà mai l’onore, la gioia e l’orgoglio di essere amici di Ernelio Cipriani”. Alla fine della cerimonia, si commuove anche il Cielo, che confonde le sue lacrime con quelle dei presenti: Ernelio, avvolto nel tricolore, comincia il suo nuovo viaggio. Ad accompagnarlo l’abbraccio della sua città, e il canto dei suoi amici. “…Non si scioglierà mai la compagnia, ma c’è chi non è più sulla via! Come un’aquila ora vola, lui, sorridendo alle stelle e ancora più su, E il suo flauto suonando ci guiderà verso l’alba che sicura è già…”, così i suoi amici hanno salutato il loro punto di riferimento, il loro fratello maggiore: lacrime, pioggia, il calore che solo l’amore riesce a dare. Amore, già: perchè le persone riconoscono chi segue il suo cuore, chi ha il coraggio di farlo. Chi ama il posto dove vive e dove è nato. Chi ha vissuto veramente. Migliaia di occhi, lacrime, mani e cuori stanno lì a dimostrare cosa è stato Ernelio Cipriani per questa città. Un addio più dolce di questo non poteva esserci.

 

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