E’ stato il primo passo. La giunta del comune di Guidonia ha approvato il previsionale di spesa dell’anno 2015: l’approvazione in consiglio comunale è prevista per la fine di agosto, prima ci sarà il vaglio dei revisori dei conti ed il deposito in pubblicazione. Tasi ed Imu seconda casa invariate, ferma al 2 per mille la prima ed al 7,6 per mille la seconda. Nessuna variazione anche per la percentuale dell’addizionale Irpef, che resta ferma allo 0,8 per cento. E’ stato invece modificato il sistema di attribuzione degli oneri di smaltimento rifiuti e quindi dell’imposta che per norma ne copre interamente la spesa, la Tari: un costo che crescerà necessariamente per coprire il milione e quattrocentomila euro circa di mancati rimborsi a seguito della chiusura della discarica dell’Inviolata. “Un sacrificio valutato dall’amministrazione già nel momento – spiega il Comune in una nota – in cui con ordinanza del primo cittadino, Eligio Rubeis si è posta fine alla vita del sito e giudicato accettabile al confronto con i benefici ambientali e di salute pubblica”. La tassa sui rifiuti sarà dunque imputata da quest anno secondo un nuovo regolamento ministeriale la cui applicazione ai contribuenti guidoniani modifica la ripartizione presunta della produzione di rifiuti, passando dal 17 per cento di attribuzione alle utenze non domestiche del precedente sistema, al 21 per cento. “Il dovuto per le utenze domestiche continuerà comunque ad essere calcolato come somma tra una quota fissa determinata dalla rendita catastale e dalla metratura dell’immobile, più una quota variabile stabilita in base al numero di abitanti”. Un bilancio molto condizionato dall’adeguamento alla nuova normativa generale che vincola le amministrazioni, come non mai in precedenza, nella capacità di impegnare fondi nella spesa corrente. “Si potranno preventivare spese sulla media statistica di ciò che il comune ha effettivamente incassato negli ultimi 5 anni”. In tutto alla fine di questo procedimento di accantonamento resteranno esclusi dalla disponibilità alla spesa sei milioni e ottocento mila euro, previsti nelle entrate di bilancio ma non spendibili cioè non destinabili alla spesa corrente per acquisto di beni e servizi. Come se ne esce? “Con una sforbiciata certosina a tutte le risorse non ancora contrattualizzate a cui si sono aggiunti i tagli alle spese di rappresentanza, di pubblicità delle attività istituzionali e allo stesso funzionamento degli organi elettivi del comune, con l’abbattimento anche del fondo generale destinato alle necessità del Consiglio comunale”. Salve le spese dei settori più critici con un mantenimento sostanziale dei servizi essenziali alla persona e alle famiglie e delle spese per il personale, così come la parte di bilancio relativa agli investimenti strutturali in quota capitale.
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