Una casa per ricominciare. A vivere, o meglio, a pensare di poter vivere senza convivere con il terrore di una malattia. Su queste basi poggia il sogno di Linda, ragazza di Guidonia affetta da Sensibilità Chimica Multipla (MCS) che in meno di un mese dovrà lasciare la propria abitazione. I punto è stato fatto alcuni giorni fa, durante una conferenza stampa indetta dal Comune di Guidonia e dalla Asl per indire una raccolta di fondi in soccorso della ragazza, che vive una situazione ai limiti dell’umanamente sostenibile. La Sensibilità Chimica Multipla è una condizione molto grave che porta ad avere reazioni simili all’allergia, ma ben più gravi perché incurabili, in caso di esposizione a sostanze chimiche di vario genere, come profumi, detersivi, insetticidi, pesticidi, plastiche, smog, fumi della combustione, ma anche farmaci e alimenti.
Linda attualmente si alimenta solo di pollo perché vive in un ambiente che non è consono alla sua condizione. Nella zona, infatti, ci sono industrie e campi coltivati e dovrebbe trasferirsi quanto prima in una zona con aria incontaminata. Ad accelerare, però, la ricerca di una nuova abitazione, è subentrata la scadenza del contratto di affitto che obbliga Linda e sua sorella Paola a lasciare la casa entro la fine del prossimo mese. Ricerca complicatissima, per tutti i motivi scritti sopra. Molte delle case visitate dalla ragazza e dalla sorella Paola non possono andare bene, in quanto “c’era sempre qualche problema che ci obbligava ad escluderla, come muffe, vicinanze a camini di altre abitazioni, panni stesi dai vicini negli appartamenti adiacenti e altri fattori”. Così Paola, tesi confermata da Francesca Romana Orlando, Vice Presidente dell’Associazione Malattie da Intossicazione Cronica e/o Ambientale (A.M.I.C.A.), che definisce la ricerca di una abitazione sicura “un vero e proprio incubo, ma resta la cosa più importante da fare perché al momento non esistono cure risolutive per questa condizione e la prima terapia è evitare gli agenti chimici ed elettromagnetici che causano le reazioni. Molti finiscono a vivere alcuni mesi in auto o in tenda, in attesa di trovare una soluzione, ma Linda è in uno stadio troppo avanzato della malattia per ipotizzare qualcosa del genere”. Una soluzione potrebbe essere, seppur a breve termine, l’acquisto di un Biocamper, veicolo omologato come speciale per MCS perché realizzato interamente senza sostanze chimiche, colle e siliconi da una ditta di Pomezia. Il Biocamper sta facendo il giro del mondo nella comunità dei malati di MCS perché rappresenta una soluzione abitativa specifica che potrebbe risolvere le esigenze di mobilità e di accoglienza per questi malati: l’acquisto di un mezzo con queste caratteristiche è l’obiettivo della sottoscrizione lanciata dal Comune. C’è altro. C’è anche l’idea di un luogo dove poter trovare la casa giusta. “Una possibile soluzione potrebbe essere quella di un comune che metta a disposizione di Linda un appartamento subito – aggiunge la Orlando – visto che non troppo lontano da Guidonia , per esempio c’è il Parco dei Monti Lucretili con una qualità dell’aria eccellente e assenza di fonti elettrosmog che a me, per esempio, ha dato enorme giovamento. Vorrei che si potesse trovare una soluzione abitativa per Linda in quell’area perché sono sicura che in tempi breve ricomincerebbe a consumare nuovi alimenti e a mettersi in forze come è successo a me. L’ambiente sano per chi ha la MCS rappresenta la sopravvivenza”.
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