Durante l’approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette, ai sensi del d.lgs. 231/2007, è emersa la presenza di una vera e propria associazione criminale facente capo a due promotori finanziari che con l’aiuto di altri coindagati hanno venduto illecitamente prodotti finanziari e riciclato i relativi proventi, per circa 35 milioni nel giro di circa 5 anni (2005-2010), traendo in inganno oltre 470 persone, delle quali 170 hanno successivamente presentato formale denuncia. In particolare, le complesse investigazioni condotte dal Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza, coordinate dal Gruppo Reati contro l’Economia della Procura della Repubblica di Roma (Procuratore Aggiunto Nello Rossi e P.M. Stefano Fava), hanno permesso di accertare che due promotori finanziari, approfittando delle informazioni privilegiate di cui disponevano in virtù della propria attività – svolta anche a favore di noti istituti di credito -, hanno esercitato abusiva attività di raccolta del risparmio nei confronti di numerosi clienti, dirottandoli verso investimenti “fantasma”. In particolare, promettevano interessi molto elevati (fino al 10% annuo) ed attraverso artifici e raggiri, consistenti nella consegna di moduli apparentemente emessi da istituti di credito o società finanziarie, di fatto già cessate da diversi anni, traevano in inganno un consistente numero di persone. Le somme così raccolte (principalmente consistenti in assegni privi di beneficiario) venivano successivamente versate in conti correnti intestati a collaboratori o persone compiacenti che avevano il preciso compito di 'monetizzare' gli assegni stessi, attraverso il prelievo in contanti, anche per ostacolare la ricostruzione dei flussi finanziari e l’accertamento della provenienza del denaro. Già nel luglio del 2010, il GIP dott. Massimo Battistini aveva disposto il sequestro preventivo di circa € 700.000 depositati presso vari istituti di credito, di autovetture e motocicli, tra cui una Porsche 911 Turbo S (del valore di oltre € 170.000) e di 2 immobili. Il mese scorso lo stesso GIP, accogliendo le richieste del PM, ha emesso 3 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 5 ai domiciliari (eseguite in data odierna), oltre al sequestro preventivo di ulteriori beni. Sono state, tra l’altro, ora sottoposte a sequestro preventivo un’imbarcazione AZIMUT 55 (yacht di circa 17 mt. di lunghezza, del valore di € 370.000), un lussuoso immobile sito in Roma (collina Fleming), una villa a Fregene, la somma di € 500.000 frutto della vendita di un appartamento riconducibile ad uno dei promotori finanziari, oltre al saldo dei c/c di altri indagati.
Per ultimo, le indagini hanno permesso di ricostruire che membri dello stesso sodalizio criminale sono risultati coinvolti anche nel trasferimento illecito di un credito IVA pari a € 400.000. In particolare, il curatore fallimentare di una società destinataria del rimborso, commettendo una serie di falsi, si era appropriato della somma a discapito dei creditori, attraverso la fittizia cessione ad altra società all’uopo costituita e subito dopo trasferita all’estero. La somma sottratta è stata accreditata su conti bancari riferibili a familiari di uno dei principali indagati.
Condividi